Pesaro plastic free dal primo settembre. "Siamo tra i primi in Italia"

Nei bar e nelle sagre via libera solo a piatti e bicchieri biodegradali. Le proteste degli operatori: "Ordinanza poco chiara. E poi i costi aumentano"

A Pesaro piatti e bicchieri di plastica saranno presto banditi

A Pesaro piatti e bicchieri di plastica saranno presto banditi

Pesaro, 25 agosto 2019 - Pesaro plastic free, che fa da apripista ecologico in Italia tra i capoluoghi di provincia. Come Milano (da fine 2018) Palermo (da febbraio scorso), Taranto (da inizio 2019) Sassari, e Pistoia, fra le altre città maggiori. Se il sindaco Matteo Ricci pochi giorni fa è andato a camminare in mare a pescare plastica con una retina, facendo 'plogging', unico sindaco in Italia a quanto risulta, ora arriviamo al dunque, con una ordinanza che entra in vigore il prossimo primo settembre, ma crea già qualche scompiglio tra gli operatori.

Perché vieta (su tutto il territorio comunale) a chi distribuisce alimenti e bevande, di consegnare alla clientela insieme al cibo posate, piatti, bicchieri, cannucce che non siano biodegradabili o compostabili. In concreto, vuol dire, che se vado al bar e prendo il caffè da portar via, quel bicchierino deve essere bio. Se organizzo un compleanno al volo in spiaggia, piatti e posate devono essere bio. Che a qualsiasi sagra di Pesaro, tutti coloro che mangiano devono farlo con stoviglie bio. Idem per lo street food o il bicchiere di birra consegnato dall’ambulante assieme col classico panino.

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Tutto facile? Non proprio. Perché l’ordinanza non è il massimo della chiarezza. Testualmente, infatti, dice: «Gli esercenti attività commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande sul territorio comunale, a decorrere dalla data di efficacia della presente ordinanza potranno distribuire agli acquirenti esclusivamente posate, piatti, bicchieri e cannucce monouso in materiale biodegradabile e compostabile; anche in occasione di feste pubbliche, manifestazioni e sagre». Ma nella categoria «attività commerciali» esattamente chi è compreso? I negozi. Quindi se entro nell’alimentari e chiedo un etto di stracchino e la commessa me lo mette nella vaschetta trasparente, quella vaschetta dal primo settembre deve essere bio anche quella, anche se le «vaschette» non sono comprese nel testo dell’ordinanza? 

Che la cosa sia ancora un po’ fumosa, lo ammette lo stesso attuale assessore all’ambiente, Heidi Morotti: «Faremo dei volantini esplicativi, ma per ora niente multe». Ma diversi operatori del territorio – baristi, ristoratori ecc. – hanno qualche difficoltà a smaltire le scorte in plastica e poco entusiasmo a comprare stoviglie bio che costano di più. Eppure Pesaro ormai ha tracciato la via.

Intanto, anche Senigallia è plastic free dal 1 luglio in tutta la città. Ancona solo in spiaggia. Porto Sant’Elpidio ad aprile ha emesso un’ordinanza in cui vieta l’uso della plastica durante le manifestazioni pubbliche e gli eventi. Ad Albinea (Reggio Emilia) consegnate in Comune le oltre 700 borracce in alluminio con moschettone: verranno distribuite ad inizio anno scolastico. E Dozza ha aderito alla campagna i borghi più belli d’Italia senza plastica. Nutrito corteo, sulla via dell’ecologia.