Urbino, potato il platano monumentale che minacciava i bambini

Complesse operazioni nel cortile dell'asilo 'Valerio'. "Lo salviamo così"

Marco Rinaldi, socio fondatore di Alberi Maestri (foto Petricca)

Marco Rinaldi, socio fondatore di Alberi Maestri (foto Petricca)

Urbino, 22 agosto 2019 - Avvicinandosi al grande platano di via Valerio (foto), mentre gli operatori sono al lavoro per la rimonda del secco dalla sua chioma, si ha l’improvvisa sensazione di aridità alla gola e si comincia subito a tossire. «Sentito? Sono dei piccoli insetti che cadono un po’ ovunque mentre tagliamo i rami della pianta e rilasciano delle sostanze – commenta dall’alto Marco Rinaldi, uno dei tecnici al lavoro, mentre è sospeso tra le fronde dell’albero –. Quando sali cominci subito a tossire, ma dopo un po’ non ci fai più caso».

C’era anche questa tra le difficoltà che hanno affrontato gli operatori incaricati di mettere in sicurezza il platano, permettendo la riapertura del cortile dell’asilo Valerio. L’accesso alla zona era stato vietato a inizio estate, per precauzione, dopo la caduta di un ramo. I lavori sono stati eseguiti in tree climbing, con i tecnici che hanno scalato la pianta con delle funi. «Si è scelto questo metodo perché è poco invasivo e ci ha permesso di accedere a tutta la chioma – spiega Massimiliano Stocchi, proprietario della ditta che ha realizzato l’intervento e presidente dell’associazione Alberi Maestri, i cui membri, assieme ad altri tecnici, hanno lavorato sul platano –. Abbiamo rimosso tutto ciò che era secco di una pianta che ha non meno di 200 anni. I platani si usano tanto perché sono alberi che, se hanno un problema, lo inglobano in un compartimento stagno e lo disattivano per mancanza d’ossigeno. Inoltre reagiscono molto bene alle ferite. Tuttavia, a volte, subiscono interventi eccessivi».

Proprio i lavori sbagliati e la poca cura, secondo Stocchi, sono alla base «del 90% degli incidenti con piante che avvengono durante gli eventi di maltempo. Per fortuna, per l’assegnazione di certi interventi si comincia a chiedere la presenza di almeno un Etw, european tree worker, una figura specializzata e riconosciuta in Europa da anni. Curare le piante è un investimento: un albero sano vicino a una casa ne fa aumentare il valore economico fino al 30%».

Sono passate le 17 quando Rinaldi, dopo circa nove ore di intervento, scende dall’albero e comincia a rimuovere le corde. «È stato un tempo di lavoro eccellente – commenta il tecnico, che di Alberi Maestri è socio fondatore –. Ci siamo limitati a rimuovere il secco e a supervisionare dall’alto, perché si vedono cose che da sotto non si notano. Ora sappiamo che la zona alta della chioma non ha parti pericolanti e la pianta è in ottime condizioni. Questo intervento è un eccellente esempio di collaborazione tra enti pubblici, un’associazione per la tutela degli alberi e arboricoltori certificati a livello europeo. A eseguirlo c’erano sette operatori tra cui quattro Etw, di cui due anche Ett (European tree technicians), e un tree worker certificato dalla Regione Umbria».

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Secondo Rinaldi un interevento calibrato è fondamentale perché «le piante si alimentano dalle foglie e una potatura è sempre uno stress per loro. Sul platano si farà una verifica del castello, il punto di inserzione delle branche perché, tra i 200 e i 250 anni fa, qualcuno tagliò l’apice principale della pianta. Dobbiamo verificare che non ci siano difetti tali da pensare a una possibile rottura». Come specificato da Rinaldi, l’intervento non si concluderà qui. I lavori sono stati finanziati dall’Unione Montana Alta Valle del Metauro, a cui il Comune ha delegato la gestione del verde, e l’agronomo dell’ente, Nadia Sabatini, spiega che «sarà inviata una relazione al Ministero per chiedere di programmare una serie di interventi sull’albero nei prossimi cinque anni, a partire da una tomografia per analizzarne lo stato. Quest’operazione rivelerebbe eventuali problemi a una o più branche. Già da agosto 2018 si era segnalato il bisogno di una potatura ordinaria, ma poi si è resa necessaria quella d’urgenza. Dallo scorso anno, il platano è uno dei due alberi del territorio dell’Unione montana censiti come piante monumentali a livello nazionale e questo dà diritto a maggiori tutele».