Pos tassativo, i commercianti protestano

Commissioni alte e c’è chi se la prende con le banche. Ma le categorie si adattano: "Bene le tecnologie però si dovevano ridurre i costi"

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Da ieri è scattato l’obbligo per i commercianti, gli artigiani e i professionisti, di avere il Pos per consentire ai clienti di effettuare i pagamenti con carte di credito e bancomat. Per qualunque importo, anche minimo. Chi non lo permette incorre in multe salatissime.

Il nuovo obbligo di legge è infatti accompagnato da una sanzione di 30 euro al quale si aggiunge un 4% dell’importo del valore della transazione negata. Quindi in caso di rifiuto di un pagamento di 1,20 euro (un caffè al bar), il commerciante va incontro ad una sanzione da 30,05 euro (30 euro di ammenda fissa e 5 centesimi per quella variabile), su un pagamento di 100 euro invece è di 34. Ma il Pos obbligatorio fa preoccupare esercenti ed associazioni di categoria, come i tabaccai che chiedono l’esonero.

Intanto noi ieri abbiamo fatto un giro in città per vedere se era possibile pagare con il bancomat. Tra i tanti siamo incappati anche nel negozio in cui la transazione ci è stata negata: il Corea Nail Spa di piazza XX Settembre che il Pos non lo ha. "Quando avete intenzione di mettervi in regola?" abbiamo chiesto come clienti. "Io sono una semplice commessa" ci è stato risposto. Massimo Tonelli della Tabaccheria di piazza XX Settembre invece non ha problemi ad accettare il bancomat. "Mi sono organizzato da tempo - dice - anche se nelle tabaccherie questo ha da sempre rappresentato un problema, soprattutto nella vendita dei generi di monopolio dove il guadagno è inferiore al costo della transizione. Grazie alla Federazione Italiana tabaccai, però, siamo riusciti ad ottenere delle convenzioni con le Banche: fino ad importi di 15 euro restituiscono il costo del movimento".

Gianluca Lambertico titolare del bar per famiglie Lo Scatolino sottolinea che: "Se c’è l’obbligo di utilizzare il Pos, lo Stato ci deve venire incontro sulle commissioni.

Per questo ora Satispay è molto ricercato, perché le commissioni sono molto più basse".

Eleonora Amoruso della Trattoria Da Ugo è ancora più diretta: "Stanno privilegiando le banche a discapito delle piccole imprese, in maniera sfacciata. Avrebbero dovuto dare un tetto minimo di utilizzo. Se rendi le commissioni gratuite, puoi rendere le transazioni obbligatorie. Ma così molte piccole attività non ce la faranno a sostenere i costi o dovranno metterli a carico del cliente. E’ contro produttivo per tutti".

Il direttore generale di Confcommercio Amerigo Varotti sposa questa linea: "La modernizzazione delle modalità di pagamento è assolutamente essenziale - dice - come essenziale doveva essere però la riduzione delle commissioni.

Male ha fatto il governo a far entrare in vigore la norma e le sanzioni maggiorate del 4% senza avere costretto le banche e le società emittenti delle carte di pagamento a ridurre le commissioni.

Ma da un presidente del consiglio che viene dal mondo bancario non ci si poteva aspettare nulla di diverso".

"L’Italia non può essere la pecora nera dell’Europa, per cui ben venga il pagamento elettronico - conclude il direttore di Confesercenti Fano Matteo Radicchi - anche perché visti i tempi (il riferimento è all’incremento di furti, ndr) far girare meno moneta nelle attività, aumenta la sicurezza dei commercianti. Però bisogna trovare un accordo con le Banche per ridurre le commissioni, o meglio azzerarle, soprattutto sui piccoli importi".

Tiziana Petrelli