Pronto soccorso Pesaro, l'assalto: arrivano in 60

Pienone aggravato dalla carenza di medici, che a luglio potrebbero rimanere in sei. Emesso un bando per reclutare cooperative esterne

L’ingresso del Pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro

L’ingresso del Pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro

Pesaro, 7 giugno 2022 - Un continuo via vai , sin dal mattino. Con un picco di accessi nel pomeriggio di ieri, quando a un certo punto al Pronto soccorso di Pesaro c’erano 40 persone in attesa oltre alle 20 già prese in carico. Qualche malore per il caldo, diverse microfratture, anziani disidratati provenienti dalle Rsa del territorio. Nel giro di sei ore il reparto si è letteralmente saturato. "Quasi tutti codici bianchi e verdi dunque non gravi – precisa il direttore Giancarlo Titolo –; dati abbastanza in linea con la tendenza all’aumento degli accessi che da sempre si registra d’estate".

Con la differenza che, gli altri anni, c’era qualche camice bianco in più a dare man forte. Quest’anno, invece, la carenza è grave e si fa sentire: cinque medici che prima lavoravano per l’azienda ospedaliera Marche Nord sono finiti a Rimini (tra loro anche l’ex primario Umberto Gnudi); e da luglio sono previste altre fuoriuscite, al punto che nel presidio di Pesaro potrebbero rimanere solo in 6.

Per cercare di tamponare la falla, l’azienda ospedaliera ha in piedi due bandi di reclutamento del personale: uno per la copertura di 39 posti da dirigente medico nell’area dell’emergenza urgenza (a beneficio però di tutte le Marche) e l’altra per l’affidamento a operatori esterni (leggi cooperative) per coprire alcuni turni di Pronto soccorso. In questo caso l’incarico durerebbe tre mesi ed è previsto un importo complessivo di 210mila euro, pari a 21 turni da 12 ore ciascuno. Dunque ogni turno sono mille euro lordi, il che potrebbe forse convincere i più ritrosi a candidarsi, dato che invece molti dei precedenti bandi sono andati deserti. Un’esternalizzazione del servizio che potrebbe partire già a luglio, ma se altrove nelle Marche l’affidamento esterno è una consuetudine, nell’azienda ospedaliera cittadina si manifesta per la prima volta. E non ha mancato di creare dissapori.

D’altronde l’azienda stessa, nel dispositivo del bando, parla di una "forte carenza di organico", e della "necessità di poter continuare a garantire la piena erogazione delle attività". Anche in vista della tendenza estiva che si presuppone al rialzo: "Paghiamo anche – sottolinea il direttore Titolo – la carenza di medici nel territorio, ad esempio le guardie mediche. E poi se negli ultimi due anni il Covid aveva rallentato gli accessi, adesso, com’è giusto che sia, il pronto soccorso è tornato ad essere la porta aperta dell’ospedale rispetto alla popolazione. Ed anche un codice bianco ha comunque bisogno di una risposta diagnostica". Una risposta che richiede tempo e professionalità. E spesso la qualità del servizio dipende anche dalla quantità delle risorse in campo.