"Pronto soccorso, basta violenza". E l’assessore fa il tour tra le barelle

Flash mob dei sanitari dopo l’aggressione. Saltamartini: "Situazione ingestibile". Lunedì un incontro

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di Benedetta Iacomucci

Da ’eroi nazionali’ a bersaglio di insulti e violenze. Ma ieri mattina hanno detto basta. E la loro protesta silenziosa ha contagiato tutti i lavoratori dei Pronto soccorso marchigiani, usciti dai reparti per fermarsi il tempo di un minuto. E rappresentare, con i loro cartelli, le braccia conserte e un silenzio carico di significati, che la misura è colma. Una trentina di lavoratori del Pronto soccorso di Pesaro, fiancheggiati dal colleghi di altri reparti, ieri ha dato vita a un flash mob innescato dall’ennesimo episodio di violenza avvenuto mercoledì sera, quando un 23enne completamente fuori di sé ha colpito al volto un’infermiera e lussato una spalla a un altro collega, insultando e sputando addosso ad altri operatori che tentavano di contenerlo.

Sono intervenuti anche il prefetto Tommaso Ricciardi e l’assessore regionale Filippo Saltamartini: "Volevo vedere personalmente la situazione – ha detto quest’ultimo –; quello che ho constatato è che una città come Pesaro non può avere un Pronto soccorso in queste condizioni (c’erano una cinquantina di pazienti in attesa, ndr), con operatori costretti a gestire un afflusso straordinario, che per altro spesso riguarda la sfera sociale più che sanitaria: liti familiari, stati d’ansia, depressioni... E’ quanto mai urgente dotare la città di un nuovo ospedale". Presente anche il questore Michele Todisco, a cui è stata rappresentata da alcuni la necessità di dotare il reparto di una postazione di sorveglianza H24. Posizione sposata anche dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, e dalla presidente della commissione regionale Sanità, Elena Leonardi (FdI). "Chi sta in prima linea ogni giorno – ha detto Ricci – deve essere ascoltato e pagato adeguatamente. Ed è impensabile che non ci sia un filtro di sicurezza, come in Comune o Regione". Ha poi rimarcato la necessità di un ospedale "nuovo, moderno e con spazi adeguati". Rispetto alla richiesta di un presidio fisso di forze dell’ordine, il questore, però, avrebbe escluso questa possibilità, per via degli organici in sofferenza, anche tra le divise.

Alla visita in reparto è seguito un incontro ristretto tra il direttore generale Maria Capalbo, l’assessore Saltamartini e il primario Umberto Gnudi. "Lunedì ci incontreremo nuovamente per trovare delle soluzioni – ha detto il medico –. Il problema dei sanitari è un problema anche dei pazienti. Per questo dobbiamo gratificare il personale, con stipendi adeguati, per evitare l’emorragia di professionisti. Subappaltare il lavoro alle cooperative non è una soluzione, come non può esserlo prendere specialisti da altri reparti. E poi c’è un problema grave del territorio: manca l’integrazione necessaria". In proposito si fa notare che l’ospedale assorbe il 75% della domanda di cure.