Quel brindisi del ’61. Addio grande Pellanera

Durante una nevicata del 1961, tre giocatori di basket rimangono bloccati in auto tra Chiavari e Genova. Decidono di festeggiare il Capodanno con panettone e champagne, salvati dalla polizia. Due di loro, Lombardi e Pellanera, sono scomparsi, lasciando un ricordo indelebile.

Quel brindisi del ’61. Addio grande Pellanera

Quel brindisi del ’61. Addio grande Pellanera

E’ la sera di Capodanno del 1961, buio, strade ghiacciate, rischio di neve. Fra Chiavari e Genova arranca una 1100 Fiat con tre giocatori della Nazionale di basket in ritiro in Liguria. E’ una vecchia carretta noleggiata dai tre giocatori invitati alla cena di Capodanno in casa di una ottima famiglia genovese. Fra Recco e Camogli comincia a nevicare fitto, nel buio e in un muro di neve, la macchina slitta e si ferma dolcemente inclinata sul fosso laterale. Sono circa le 10, Genova è a una ventina di chilometri, siamo in piena campagna, il 1961 è lontano più di sessant’anni. Cominciano le cagnare: "sei un guidatore del cazzo, guarda cosa hai combinato", "ma non mi rompere, potevi guidare te", "no, la colpa è tua che hai noleggiato un cesso".

E adesso? Nella macchina comincia a far freddo e sono le 11. Dobbiamo avvertire quelli di Genova. Sì, ma come? Dobbiamo trovare un telefono. E intanto la nevicata infuria, gli sportelli si aprono a malapena. Siamo fottuti, addio cenone, brindisi di mezzanotte , caldo della bella casa. E lì che l’autista dice: "Fanculo, io capodanno lo faccio qui!" e senza opposizioni apre i due panettoni che portavamo in omaggio e stappa le due bottiglie di champagne. L’ultima uvetta e l’ultima goccia finiscono mentre scocca la mezzanotte con noi tre che brindiamo bevendo a turno dalla bottiglia. Proprio mentre la luce di un pila ci illumina, una pattuglia della Stradale ci ha individuato, chiama il carro attrezzi, chiede come siamo finiti lì sotto e vedendoci al limite della sbornia si insospettisce e ci vogliono tutti i santi prima di convincere gli agenti.

Perché il tempo non si è fermato lì, mentre ridevamo come pazzi coi pezzi di panettone addosso e la polizia che si stava incazzando? Franco Lombardi se ne andò un paio d’anni fa, Corrado Pellanera (nella foto) l’autista, teramano di ferro, forte come il Gran Sasso, rude come un orso marsicano, dolce come i confetti di Sulmona, è partito ieri mattina all’alba. Due grandissimi del basket e dell’amicizia. Che ci vado a fare da solo a Genova?

f.b.