Quella voglia di comunicare

"All That Fall", uno spettacolo al quale ho assistito una settimana fa nell’ambito della stagione TeatrOltre 2022, messo in scena dalla Scuola di Scenografia di Urbino e dalla genialità del Professore Francesco Calcagnini. Cadere dentro uno spazio vuoto, forse un teatro. Un cameriere, che nel suo senso dell’abitare cerca di sistemare e riordinare le cose -metaforicamente credo si tratti di sistemare sé stessi nella propria realtà e nel proprio spazio, dopo il periodo burrascoso che abbiamo vissuto negli ultimi due anni di pandemia-, in compagnia di una voce femminile ridondante ed invadente di donna artificiale, che spesso lo interrompe e lo sovrasta con informazioni non richieste, facendolo arrivare ad una condizione di esaurimento definitivo.

Tramite questo dialogo tra l’uomo e la ‘cam girl’, si analizza una realtà estremamente fragile e precaria che tende lentamente ad essere risucchiata nelle grinfie della tecnologia. Attraverso la coinvolgente atmosfera scenica a tratti orizzontale e a tratti verticale, attraverso i costumi, le luci e le musiche, tutto questo si riflette nelle azioni automatiche del quotidiano, che evolvono giorno dopo giorno, privandoci precipitosamente di tante qualità che compongono da sempre la nostra persona: la memoria, la curiosità, la voglia di leggere un libro o di uscire per andare al cinema.

Oggi, purtroppo, abbiamo tutto questo a portata di social e di piattaforme che sostituiscono gran parte delle attività ad interazione sociale, sottraendoci del tempo prezioso e catapultandoci in una condizione che ci rende quasi incapaci di comunicare con il prossimo; uno status momentaneamente inconscio, ma che a lungo andare diventa deleterio, costringendoci ad una dipendenza innaturale e fittizia. "Grazie per aver scelto l’intelligenza artificiale Ofelia".

Asia D’Arcangelo