Regione condannata, dovrà risarcire il Comune

Gli deve 600mila euro. E’ la somma pagata dalla giunta Corbucci agli eredi di un paziente morto per epatite C contratta nel 1976

Regione condannata, dovrà risarcire il Comune

Regione condannata, dovrà risarcire il Comune

Il risarcimento danni lo pagò il Comune, ma doveva farlo la Regione. Lo dice ora una sentenza del tribunale civile di Ancona. Parliamo della storia del paziente Furio Pecorini, morto nel 2009 per un’epatite C contratta all’ospedale di Urbino 33 anni prima, durante l’intervento chirurgico di colecistectomia eseguito all’ospedale di Urbino il 26 aprile del 1976. Al tempo l’ospedale era comunale e solo nel 1980 passò alla Regione. La quale, ora, dovrà restituire al Comune i 600mila euro versati nel 2014 agli eredi del paziente, a cui si aggiungeranno gli interessi maturati e il rimborso delle spese legali, per un totale stimato di circa 800mila euro. Sono serviti sette anni per definire quale ente avesse la competenza sul risarcimento: tanto è passato da quando il comune di Urbino intentò la causa, nel 2017, ma la vicenda ha origini ben più remote. Tutto cominciò nel 1976, con il ricovero di Furio Pecorini al Santa Maria della Misericordia per un’operazione chirurgica. Durante l’intervento sopravvenne un’infezione, da cui sarebbe scaturita l’epatite C, la cui presenza fu però accertata solo nel 1996, quando l’uomo era ricoverato al Policlinico di Bologna. Tuttavia servì arrivare al 2003, 27 anni dopo l’operazione effettuata a Urbino, per ricollegare l’epatite a tale intervento. A suggerire la connessione fu un medico, la cui ipotesi venne poi confermata dal consulente tecnico d’ufficio, il professor Bolondi dell’Università di Bologna, durante la causa intentata – e vinta nel 2014 – dalla famiglia, nei confronti del Comune di Urbino, che fu condannato a versarle oltre 1 milione e 200mila euro come risarcimento. Dopo aver rinunciato a ricorrere in Appello, il Comune si accordò coi famigliari per la metà della cifra, 600mila euro, comunque un macigno: tutto l’avanzo del bilancio comunale 2013, circa 400mila euro, fu destinato al pagamento.

L’amministrazione Corbucci scrisse anche ad Ancona per chiedere, quantomeno, di contribuire alle spese, evidenziando che la competenza sugli ospedali e tutti i beni immobili connessi fossero nel frattempo transitati alle Regioni tramite la riforma sanitaria del 1980. La tesi era che la Regione, avendo rilevato l’ospedale, non potesse accettare solo le voci in attivo, ma anche i debiti. Per questo, una volta succeduto a Franco Corbucci, il sindaco Gambini ne discusse con l’allora assessore regionale alla sanità Mezzolani ma senza esito. Così partì la causa contro la Regione per il rimborso. In primo grado, il Tribunale di Ancona le ha dato ragione, Ora la palla passa alla Regione, che dovrà decidere se ricorrere in Appello o se magari cercare un accordo con il Comune, come 10 anni fa fece la famiglia di Pecorini.

Nicola Petricca