Ricci: "Al nuovo ospedale non rinunceremo"

Manifestazione a Muraglia, il sindaco lancia una petizione popolare: "Parlerò con Acquaroli. Se non piace il project, i soldi li mettano loro"

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di Simona Spagnoli

"Realizzare subito il nuovo ospedale per modernizzare la risposta di cui necessita il sistema sanitario provinciale".

E’ l’appello degli amministratori pubblici che ieri a Muraglia hanno promosso la manifestazione contro la decisione della Regione di bloccare il progetto dell’ospedale unico. Davanti ad una platea in cui si riconoscevano soprattutto attivisti e simpatizzanti, di maggioranza e opposizione, qualche medico ma ben pochi cittadini, Matteo Ricci è stato chiaro: "Apriremo una petizione pubblica, ci batteremo in tutte le sedi istituzionali ma non rinunceremo ad un investimento fondamentale per il nostro territorio. Questo progetto – ha detto il sindaco di Pesaro – ha una valenza più ampia e, oltre all’ospedale, prevede anche la strada di collegamento e la clinica richiesta da Fano, toccando la riconversione del San Salvatore in Casa della salute, ambulatori sanitari, residenza e servizi per la terza età per il comprensorio".

Lo strumento della finanza di progetto non può essere considerato un ostacolo, sostiene Ricci: "Se non piace il project, sia la Regione a mettere i 120 milioni di euro, che si sommano ai 120 già a bilancio. Ma si realizzi l’ospedale. Ho chiesto un appuntamento con il presidente Acquaroli perché capisca che non si può governare la Regione contro la seconda e terza città delle Marche, e contro la prima Unione dei comuni marchigiana", ha concluso il sindaco di Pesaro, facendo attenzione a definire "ospedale nuovo" e non "ospedale unico" la struttura a cui si fa riferimento. Definizione che ha fatto propria anche l’assessore fanese Dimitri Tinti, ricordando che "il nuovo Piano sanitario licenziato dalla giunta Ceriscioli intende rafforzare le funzioni di filtro svolte soprattutto per l’emergenza-urgenza dai piccoli ospedali dell’entroterra rispetto ad un nuovo ospedale che, in un’ottica provinciale, avrà funzioni di secondo livello più specializzate. Solo così – ha chiosato Tinti - potrà essere garantito il diritto alla salute a tutta la popolazione". Una posizione in apparenza non così distante da quella di Acquaroli.

Dopo il presidente della Provincia Paolini, ha preso la parola Palmiro Ucchielli chiedendo alla giunta regionale di tornare sulle proprie decisioni: "Cambiare un progetto di interesse generale perché è cambiato il colore politico, senza una proposta alternativa o solo per favorire finanziariamente altri territori, può rivelarsi un boomerang "è stato l’avvertimento del sindaco di Vallefoglia, chiedendo ad Acquaroli "un po’ di umiltà". "E’ sbagliato – ha proseguito Ucchielli - creare un gap di appartenza quando, in una fase emergenziale, serve una grande coesione politica tra costa e entroterra, nord e sud della regione, e relazioni istituzionali corrette per migliorare il più possibile la nostra sanità". A meno che, ha aggiunto Ricci, non si voglia deliberatamente danneggiare questo territorio.

Scenario che non esclude l’oncologa Giuseppina Catalano: "Gli apparati anconetani – ha detto nel suo intervento - continuano a negare a Pesaro la possibilità di avere una sanità moderna. L’ha fatto 18 anni fa una giunta di centro-sinistra quando era in ballo l’Ircss, la struttura ospedaliera di alta specialità, e ce lo nega ora una giunta di centro destra. Solo uniti potremo ottenere ciò questo territorio merita".