Rossini: "Uniamo Marche Nord con Torrette"

La proposta del segretario provinciale Cgil: "Invece di sopprimere l’azienda ospedaliera, potrebbe essere incorporata ad Ancona"

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di Benedetta Iacomucci

"Perché non incorporare Marche Nord negli Ospedali riuniti di Ancona, creando un’unica azienda ospedaliera con un presidio a Nord delle Marche?". Nel dibattito innescato dalla proposta del modello di riforma della sanità marchigiana, presentata dal governo regionale, si inserisce Roberto Rossini, segretario generale della Cgil provinciale.

Rossini, perché non le piace l’ipotesi di riforma?

"Occorre fare un passo indietro. L’azienda ospedaliera Marche Nord è nata prima del Dm 70 del 2015, che riorganizzando la rete ospedaliera fissava le condizioni affinché gli ospedali potessero disporre delle specialità. Se Marche Nord non fosse già stata un’azienda ospedaliera, non avrebbe potuto avere specialità come Emodinamica e Neurochirurgia, non previste per strutture di primo livello. Marche Nord era un ’primo livello super’, tecnicamente un ospedale di primo livello, con specialità da secondo".

Quindi avere un’azienda ospedaliera ha giovato all’offerta sanitaria del territorio.

"Certo. Ma col tempo questa impostazione è stata osteggiata, fino ad arrivare ad oggi, con un modello organizzativo – di cui non si sa nulla se non quanto apparso sui giornali – che punta a creare un’azienda sanitaria ’zero’, che si occupa solo di appalti e concorsi, più cinque aziende sanitarie provinciali (Asp) con personalità giuridica, una per provincia. Nella nostra provincia si vuol far coincidere l’Azienda sanitaria provinciale con Marche Nord e il territorio, cancellando l’azienda ospedaliera. Ma questo equivale a sancire la fine di una struttura ospedaliera autonoma: nell’azienda sanitaria provinciale non può esistere un ospedale di secondo livello. C’è però un’alternativa".

Quale?

"Perché non fondere Marche Nord con gli Ospedali riuniti di Ancona, creando un’unica azienda ospedaliera con un presidio a nord delle Marche?"

Forse perché non piacerebbe ad Ancona?

"Capisco che ci siano logiche di potere, ma riflettiamo: un’unica azienda ospedaliera potrebbe modulare le specialistiche in base alle esigenze del territorio, decidendo magari di tenere al Nord quelle specialità che possono ridurre la mobilità passiva, che tanto pesa sui bilanci regionali. Avremmo un unico responsabile di dipartimento interaziendale, con due diramazioni, per un’azienda di secondo livello articolata su un territorio più vasto, che comprenda l’azienda ospedaliera di Pesaro. Non si smantellerebbe il nostro sistema ospedaliero né si perderebbero le caratteristiche che un primo livello non potrebbe mai avere. Invece del direttore generale avremmo un direttore sanitario, ma che importa?"

E con Fano come la mettiamo?

"Si risolve anche questo problema perché non si possono avere più di due ospedali di primo livello nel territorio. E con Urbino sono tre. Lo declasseranno? Facendo invece questa fusione per incorporazione, si manterrebbe l’attuale articolazione".

E’ possibile avere un’azienda ospedaliera su più plessi?

"Il Ministero non vuole, ma qui non si tratta di creare una nuova azienda ospedaliera ma di mantenerne una che già esiste – Torrette – che ne assorbe un’altra. Con il vantaggio, per Marche Nord di entrare nei sistemi universitari, per recuperare personale, fare sinergie ed economie di scala. Potremmo avere un Dea di II livello su due presìdi: un Dipartimento di emergenza e accettazione con unità operative specialistiche, a beneficio anche del pronto soccorso".

Questo per quanto riguarda l’azienda ospedaliera. E la soppressione dell’Asur?

"Bisogna ammettere che l’Asur non ha funzionato bene nella gestione della sanità. L’uniformità dei servizi sul territorio è sempre stato un’utopia. Ma cinque aziende, una per provincia, con Fermo che ha appena 170mila abitanti, è un’assurdità, oltre che un modello molto costoso. Servirà una regia forte, che dovrebbe essere in capo al dirigente del Servizio Salute, per equilibrare lo spacchettamento delle responsabilità e delle risorse".

Degli ospedali e case di comunità con i fondi del Pnrr cosa pensa?

"Vedo un’incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie scelte. Prendiamo Mombaroccio e Galantara: sono stati indicati come le strutture in cui spostare i reparti per sgomberare Muraglia e dare inizio ai lavori del nuovo ospedale. Ma sono anche le strutture dove collocare l’ospedale e la casa di comunità. Se i tempi si allungheranno dove metteranno questi reparti? Nei cantieri?"