Scogliere, lavori rinviati per il Covid E dubbi sull’utilità del progetto

Comune e Regione si sono impegnati per 780mila euro per il posizionamento delle barriere. Ma studi geologici dicono che se il mare non ha sfogo poi divora l’arenile: e così è accaduto.

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Questione annosa quella delle scogliere soffolte di ponente. I lavori avrebbero preso il via nel maggio scorso, ma la pandemia ha buttato all’aria i piani di Comune e Regione. Entrambi si erano impegnati per due interventi per la posa di nuove scogliere dietro a quelle esistenti. Il primo a maggio, spiega l’assessore ai lavori pubblici Enzo Belloni "da 430mila euro, di cui 230 a carico del Comune e 200 della Regione. Il secondo invece da 350mila euro, metà per ciascuno ente. Avevamo già affidato la prima parte ad una ditta di Trani con possibilità di replica per il secondo stralcio". Purtroppo, dice il consigliere regionale Andrea Biancani, "l’emergenza Covid ha mandato a monte i nostri piani e siamo stati costretti a rinviare tutto". Da anni i bagnini della spiaggia di ponente chiedono l’intervento di potenziamento delle scogliere, cercando di ascoltare anche le esigenze della gente, che vorrebbe non ostruito l’orizzonte con barriere appariscenti, con la loro preoccupazione di limitare l’erosione. Un fronte che ben presto si era spaccato davanti all’ipotesi "rivoluzionaria" di Giancarlo Faina, geologo, che aveva sollevato dubbi sulla utilità di proteggere tutta la costa con quelle barriere, evidenziandone i limiti: senza uno sfogo, il mare sarebbe comunque rimbalzato contro il "muro" del porto, riversandosi poi con violenza sull’arenile e divorandolo. Un po’ quello che è accaduto anche nella giornata di ieri. Per questo l’esperto aveva suggerito la creazione di intersezioni tra le scogliere, per dare una sorta di "sfogo" al mare, decelerandone la forza propulsiva e al contempo contenendola. Una ipotesi che aveva trovato concorde una parte dei bagnini di ponente, disponibili anche a una fase sperimentale con la possibilità magari poi di tornare allo stato originario in assenza di risultati, mentre altri concessionari di spiaggia avevano mostrato perplessità e si erano dichiarati contrari. E in assenza di un parere unanime, il Comune aveva ritenuto di procedere con il piano iniziale, ovvero con la posa di scogliere a rafforzare quelle esistenti lungo tutto il tratto di costa che va dalla Palla di Pomodoro al porto: "Il fatto è – spiega Belloni – che magari tutti erano d’accordo nel tentare di spezzare le barriere, ma nessuno voleva il varco davanti al suo stabilimento". Il piano di posa delle scogliere sarà ripreso probabilmente a settembre, visto che i soldi sono già stanziati, non appena sarà terminata l’emergenza corona virus e non appena conclusa la stagione turistica già di per sé complicata (sono attesi arrivi di turisti solo per il mese di agosto) per aprire un cantiere davanti alla spiaggia in piena estate. Intanto i 130mila euro spesi dal Comune a giugno per il ripascimento hanno preso il largo.

d.e.