Scuola Pesaro, il preside abolisce i voti in pagella

Svolta all'Agrario per i primi due anni, il preside Riccardo Rossini: "Solo autovalutazioni per monitorare le conoscenze, niente giudizi da 1 a 10. E poi più spazio alle materie pratiche: chi viene qui pensa prima di tutto a imparare un mestiere"

Pesaro, 9 novembre 2022 - Il merito va coltivato. All’Agrario Cecchi gli studenti avranno due anni di tempo prima di dare frutto, esattamente come le barbatelle di vite di cui si prenderanno cura direttamente in vigna. Infatti per tutto il biennio i ragazzi iscritti al professionale in pagella non avranno voti, ma "solo autovalutazioni per tenere monitorate le proprie conoscenze". Nel panorama scolastico è una novità: per ora la legge esclude i voti da 1 a 10 solo alla primaria.

Il preside Rossini a Caprile: per avere un’ampia visuale sui ragazzi è salito sul banco
Il preside Rossini a Caprile: per avere un’ampia visuale sui ragazzi è salito sul banco

"Ma la riforma dei professionali ci permette di attuare un percorso rivoluzionario il cui primo obiettivo è stroncare la dispersione scolastica, cioè l’abbandono precoce del percorso di studi – spiega il preside del Cecchi, Riccardo Rossini, promotore della sperimentazione che a Caprile partirà già da quest’anno, forte del sostegno dell’intero collegio dei docenti –. L’idea è di rimodulare le unità didattiche. Intensificheremo le ore di materie pratiche al biennio. La valutazione della scuola sarà alla fine dei primi due anni – spiega Rossini –: se lo studente non raggiunge gli obiettivi formativi può sanare a settembre o ripetere. Oppure, avendo superato i 16 anni, non essendo più in obbligo formativo, va a lavorare avendo imparato, il più possibile, un mestiere".

Perché questa sperimentazione?

"L’ho detto all’inizio: per le stesse ragioni per cui un vinificatore aspetta che la vite cresca il giusto prima di chiedergli grappoli".

Entrando nello specifico?

"Potrei citare i numeri della dispersione scolastica, sono ragguardevoli: nel sud d’Italia due ragazzi ogni 10 lascia precocemente gli studi; nel centro Italia il 10%. Ma il mio ragionamento parte da un’altra constatazione".

Quale?

"Sa perché un giovane si iscrive ad un Istituto professionale?".

No.

"Perché è convinto di poter imparare un mestiere. Si aspetta di fare molta pratica e poca teoria. Invece l’impatto è diverso: tra i banchi trova gli stessi scogli che avrebbe voluto evitare altrove (matematica, italiano, storia...). Se le discipline teoriche non gli piacciono comincia il supplizio, costretto a studiare cose lontane dal suo interesse. Collezionare voti bassi non cambia la musica, anzi la peggiora perché i ragazzi si sentono fuori luogo, si impegnano sempre meno, sono irrequieti...".

Insomma non mollano, ma barcollano...

"Sì: sono intelligenti, vitali, ma danno il minimo. E’ uno spreco inaccettabile e non è educativo. L’Agrario Cecchi praticamente non ha dispersione scolastica: è una scuola con insegnanti speciali che riesce a coinvolgere gli studenti in mille modi. Quindi è rarissimo che qualcuno abbandoni. Ma il rendimento, al biennio, riflette della frustrazione di fare troppa teoria e poca pratica".

Del resto metterebbe un decespugliatore o una motosega in mano ad un adolescente?

"E’ questo il punto. Sì lo farei. Perché ho docenti e personale in grado di insegnare come usare attrezzi e strumenti in sicurezza. Del resto chi sceglie il professionale dell’Agrario si aspetta di imparare ad usare macchine ed attrezzi specifici perché, uscito da scuola, vorrebbe lavorare. L’abilità nei movimenti è la base della sicurezza nello svolgere una competenza. L’abilità si acquisisce con l’esperienza e la concentrazione c’è, se quello che si fa interessa. Se fai, sei più sicuro e ti viene voglia di capire quello che stai facendo: ecco perché nel biennio inneschiamo la curiosità e nel triennio daremo l’approfondimento (chimica, fisica...)".