Montecopiolo e Sassofeltrio, il Senato approva la secessione all'Emilia-Romagna

Dopo un lungo dibattito in aula, la votazione si è conclusa con 166 voti a favore e 42 contrari

La sessione del Senato per il voto sulla secessione di Montecopiolo e Sassofeltrio

La sessione del Senato per il voto sulla secessione di Montecopiolo e Sassofeltrio

Pesaro e Urbino, 25 maggio 2021 - La secessione dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio verso la Regione Emilia Romagna è compiuta. Alle 18,46 il Senato ha messo al voto il passaggio dei due comuni. In aula c'erano 220 senatori, votanti 291. La secessione è passata con 166 voti a favore e 41 contrari (la somma di 32 contro e 9 astenuti).

Il dibattito in aula è stato lungo e articolato per gli interventi dei senatori De Bertoldi, Croatti, Pazzaglini, Pagano, Campari, Romagnoli e per le dichiarazioni di voto di Grimani, Verdulli, Barboni, Augussori e Croatti.  

Il voto referendario risaliva al 2007; a inizio seduta il senatore De Bertoldi (FDI) aveva chiesto di rinviare il voto, dicendo che la vera decisione sulla volontà dei territori dopo così tanti anni si sarebbe espressa con le prossime elezioni comunali, ma la sua mozione è stata bocciata.

Con il passaggio alla Regione Emilia-Romagna e alla provincia di Rimini, Urbino perde il legame con un luogo fondamentale della propria storia: il castello di Montecopiolo, luogo di origine dei Montefeltro.

Già nel 2009 altri comuni appartenenti all'Alta Valmacchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello) erano stati distaccati dalla regione Marche e aggregati alla regione Emilia-Romagna con un'altra legge.

"Si tratta di una scelta fatta nel 2007 con il referendum, i cittadini hanno voluto procedere come già fatto da altri sette comuni marchigiani, al referendum oltre l'80% dei cittadini ha scelto il passaggio in Emilia Romagna" - commenta Pietro Rossi, sindaco di Montecopiolo. - Al tempo io non potevo neanche votare, avevo 17 anni, quello fu un voto di tipo amministrativo, si tratta di una scelta che oggi vede terminare un lungo iter procedurale".