Si salvi chi Pos. E alcuni tabaccai protestano

Da ieri il dispositivo obbligatorio per negozianti, artigiani, professionisti. "Ma chi vende genere di Monopolio ci rimette"

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"Si salvi chi Pos": da ieri per chi non lo ha o si rifiuta di usarlo per alcuni clienti, scatta la multa, visto che entra in vigore la nuova legge che lo rende obbligatorio, in base al decreto numero 36, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile scorso. Il Governo ha anticipato a ieri le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con il Pos: si tratta di 30 euro fissi più il 4% della cifra che l’esercente si è rifiutato di accettare in quella transazione.

Quali sono gli umori in città? Per quanto riguarda i negozi e i taxisti, già da diversi anni lo utilizzano per qualsiasi cifra e da loro infatti non è arrivato nessun commento negativo al riguardo. Anzi, come afferma un taxista, Marco Carboni, che sta lavorando vicino alla sua postazione, alla stazione del treno "l’uso del Pos facilita il lavoro, è sicuro e veloce e sono ormai anni che lo utilizziamo con i nostri clienti". Anche il bar Zanzibar, in Largo Aldo Moro, è pronto all’uso. Una delle bariste, Erica Mattioli, spiega: "Noi il Pos lo usiamo ogni volta che serve, tutto ok, nessuna lamentela, direi anche per tutti è molto comodo. Ci troviamo da sempre benissimo e i clienti apprezzano".

Ma non tutti sono favorevoli alla novità. Anzi. Le tabaccherie in particolare sono contrarie e sperano che tolgano questa legge per la loro categoria. Federica Marconi, titolare della tabaccheria del Corso, infatti afferma: "Chi vende articoli e Monopolio, quindi le tabaccherie, hanno prezzi imposti che non sono aumentabili né modificabili, quindi è inutile inserire il Pos". Anche se in realtà devono farlo per evitare di essere multati. Qual è il problema? In questo caso gli esercenti con la loro percentuale di guadagno pagano in parte le spese necessarie, con l’intervento del Pos devono aggiungere il costo di ogni singola transazione fatta, e così il guadagno si azzera e in alcuni casi vanno in rimessa.

Davide Ippaso, segretario di Confcommercio comunale, "Se è vero che il principio della tracciabilità economica per evitare il pagamento in nero è un obiettivo del Governo, è anche vero che lo stesso Governo dovrebbe aiutare le attività commerciali con la gratuità del Pos e con commissioni minime. In questo modo gli unici a guadagnarci sono lo Stato e le banche e i commercianti sono ancora più tassati. Non ci dimentichiamo che la tassazione italiana è insostenibile. Tutte le associazioni dovrebbero fare fronte comune per chiedere al Governo commissioni minime". anche da Confsercenti, il cui direttore provinciale Alessandro Ligurgo: "Riceviamo tante telefonate degli associati. Il Pos obbligatorio va bene, ma è una tassa in più per i nostri commercianti. Se non abbatti le commissioni chi paga? Sempre noi e non è giusto. E’ un balzello in più sugli associati. D’accordo con Confcommercio per fare fronte comune e chiedere al Governo di abbassare le commissioni".

Maria Sara Vagnini