Spariti 2 milioni di euro nella rete della ValorLife

Sono i risparmi di decine di persone (oltre alla Diocesi) che hanno investito nella società del Liechtenstein pensando di sottoscrivere delle polizze vita

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Hanno truccato le carte con tutti, regalando alla società ValorLife di Vaduz (Liechtenstein) quasi 2 milioni di euro in pochi mesi tra il 2003 e il 2004. Sono gli intermediari finanziari locali che hanno venduto apparenti polizze vita a imprenditori, pensionati, preti e casalinghe sia di Pesaro che di Rimini, rivelatesi delle trappole senza uscita. Il capitale investito è ogni volta sparito, lasciando almeno venti clienti col portafogli vuoto o quasi. E’ il clamoroso retroscena che sta emergendo dopo l’apertura di una causa civile nei confronti della ValorLife, società assicurativa con sede nel paradiso fiscale tra Austria e Svizzera, da parte dell’Arcidiocesi di Pesaro che si è vista sfilare via 616mila euro.

Oltre all’ente clericale, hanno perso tutto ciò che avevano investito anche 13 persone di Pesaro e quasi tutto cinque investitori del Riminese, i quali hanno fatto causa alla ValorLife per poi trovare un accordo stragiudiziale ottenendo tra il 10 e 15 per cento di ciò che avevano versato. Hanno accettato briciole, rinunciando contestualmente alla causa civile. Chi invece ha continuato la causa sono stati 13 clienti di Pesaro, i quali, con l’avvocato Tommaso Patrignani, hanno ottenuto un anno fa una sentenza di condanna della ValorLife per aver venduto false polizze vita. Decisione poi appellata dalla ValorLife.

Scrive il giudice Emanuele Mosci nella sentenza n.817 del 2019: "...in tale contesto non vi è prova di attività alcuna da parte della ValorLife volta a far conoscere ai contraenti l’andamento dei titoli al fine di permettere loro il riscatto anticipato delle somme. La ambiguità del testo del contratto, in quanto riferito sia alla assicurazione sulla vita che all’investimento per finalità di risparmio e redditività, in strumenti finanziari della cui solidità non si dava conto, è sufficiente per dichiarare la violazione da parte della ValorLife dei doveri informativi previsti dalla legge".

Il giudice ha rigettato l’eccezione della difesa che parlava di fatti caduti in prescrizione, visto che risalivano al 2003. "La prescrizione – scrive il giudice – va riferita alla manifestazione di insolvenza allo spirare dell’investimento, ossia nel 2010, quando cioè si è prodotto il pregiudizio nella sfera patrimoniale del creditore. Infatti, la ValorLife, scrive il giudice, non contesta la richiesta di restituzione delle somme allo scadere dei contratti da parte dei clienti". L’ammontare delle somme da restituire sono pari a 776mila euro, ossia a quanto versato dai clienti. Nella sentenza del tribunale riminese, l’ammontare che era stato chiesto superava i 330mila euro, ma poi tutti i danneggiati hanno accettato qualche briciola di ciò che avevano perso pur di non pensarci più.

ro.da.