Stuprò una passante, condannato a 6 anni Lei: "Mi ha violentato in strada senza pietà"

La donna era al processo per guardarlo negli occhi: "Mi gettò a terra tra due auto dopo avermi minacciato". L’uomo le ha chiesto scusa

Fano, 9 dicembre 2022 - Ha violentato una donna per strada, in mezzo a due macchine. La vittima stava salendo nella propria auto alle 23 e quel giovane, di 21 anni, romeno, operaio dei cantieri nautici del Fanese, l’ha bloccata alle spalle, buttandola a terra e dicendole di avere un coltello in tasca che avrebbe usato per ucciderla se avesse urlato o fatto resistenza. Questo è accaduto nel febbraio scorso nel quartiere della Paleotta a Fano.

Violenza contro le donne (archivio)
Violenza contro le donne (archivio)

L’altro ieri, il violentatore è stato condannato con rito abbreviato dal gup di Pesaro a 6 anni di reclusione per violenza sessuale. In aula, il giovane ha chiesto scusa alla vittima, dicendo che era ubriaco quella sera e di non aver pensato a ciò che stava facendo. Non solo. Ha ammesso di essersi inventato tutto per difendersi al momento del suo arresto avvenuto nell’agosto scorso in Francia, dove era fuggito per paura di esser stato identificato attraverso delle telecamere. Non aveva pensato al suo Dna che era stato raccolto in ospedale dove la vittima, di 40 anni, era andata immediatamente per farsi visitare.

Grazie a quell’elemento, è stato possibile identificarlo essendo una conoscenza della giustizia. Così era stato emesso un mandato di arresto europeo e nell’agosto scorso, la gendarmeria francese era riuscita a bloccarlo. Subito dopo l’uomo è stato riconsegnato alla polizia italiana, arrestato a Roma, dove è atterrato l’aereo, per poi rinchiuderlo nel carcere di Villa Fastiggi.

Al momento dell’interrogatorio di garanzia, nell’agosto scorso, il 21enne si era inventato una tesi "assolutoria" dicendo al giudice che il rapporto sessuale era consenziente, che si era incontrato con la donna in un giardino e che avevano parlato tutta la sera per poi passare ad altro con la consapevolezza che la donna fosse d’accordo. Tutto falso, tanto che il gip lo lasciò in carcere per i gravi elementi di colpevolezza.

L’altro ieri c’è stata la sentenza di condanna. Ma prima, l’imputato, ha voluto fare dichiarazioni spontanee chiedendo perdono per il dolore provocato. Si vergognava e dava la colpa all’alcool che aveva bevuto. Ad ascoltare le sue parole c’era la vittima che si è costituita parte civile con l’avvocatessa Cinzia Fenici. Al telefono, la donna ha detto: "Fu un agguato. Andavo a riprendere la mia auto.

Quell’uomo, che non avevo mai visto prima, mi ha minacciato di morte gettandomi a terra e stuprandomi senza pietà. Ero come paralizzata, temevo che mi uccidesse, diceva che alla minima resistenza mi avrebbe uccisa per non farsi riconoscere. Ho sopportato venti minuti di orrore col cuore che mi esplodeva e con la convinzione che avrebbe potuto accoltellarmi in ogni momento. Poi sono andata in ospedale e grazie all’estrapolazione del Dna, gli inquirenti sono riusciti a rintracciare quell’uomo che era fuggito in Francia. Ora sconterà la sua pena. Quello che mi ha fatto passare e le infamie che ho letto sui social in merito alla pubblicazione dell’arresto con le sue falsità mi hanno stravolta e umiliata. Ora è finita, almeno da un punto di vista giudiziario".

ro.da.