Termosifoni accesi per poco, classi al freddo "Così i ragazzi non riescono a studiare"

Riccardo Rossini, preside del Cecchi, ha già segnalato la cosa alla Provincia. Il presidente Paolini: "Rivedremo il contratto del calore"

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"In classe fa freddo, molto freddo". Si lamentano gli studenti delle superiori – soprattutto quelli del Campus scolastico di Pesaro – e personale della scuola. "In segreteria è freddo uguale". I genitori hanno scritto in Provincia. E non solo. Ieri Riccardo Rossini, preside dell’Istituto agrario Cecchi, in qualità di presidente dell’Associazione presidi (Anp) è andato a parlare con il presidente della Provincia, Giuseppe Paolini. "Sono giorni che raccolgo segnalazioni da parte dei colleghi: tutti lamentano disagi per la modulazione del servizio calore nelle scuole. Capiamo l’austerity, ma la fornitura non è idonea all’attività didattica. I termosifoni restano accesi per troppo poco. I locali, in alcuni casi, sono troppo freddi. Soprattutto il riscaldamento è stato completamente azzerato al pomeriggio. La riduzione di orario non è conforme: con questo freddo i ragazzi non sono nelle condizioni di studiare. Nel resoconto che ho ricevuto dai colleghi di tutta la provincia compaiono anche segnalazioni di disservizi negli impianti, con funzionamenti a singhiozzo".

Che cosa ha risposto il presidente Paolini? "E’ stato molto disponibile: incontrerà le scuole nei prossimi giorni. Presente era il direttore generale Marco Domenicucci. Nel frattempo studierà un sistema per rivedere il contratto calore. L’attuale gestore è in scadenza. Studierà modalità da mettere a bando, diverse dalle attuali che non sono assolutamente idonee alle esigenze di ricaldamento degli ambienti scolastici". In che senso?

"Il servizio verrà messo a bando non ad ore calore, ma a calore fornito. Nel 2022 la tecnologia permette di aggiornare i sistemi: con dispositivi digitali siamo nelle condizioni di misurare flussi di calore prodotto e pagare quanto consumato. Invece il vecchio sistema la spesa era legata all’accensione. Con questa modalità, superabile a nostro avviso, si sono vissuti in passato dei paradossi giganteschi". Quali? "Si accendeva una parte della scuola e si pagava come se fosse intera. E’ tempo di cambiare modalità di contratti in cui non c’erano problemi".

Quindi? " Il servizio sarà integrato da un meccanismo che misuri il calore realmente distribuito nelle varie scuole". Rossini sottolinea la parola realmente. "Sì, il presidente vuole introdurre un monitoraggio diffuso delle temperature con termometri digitali utili a verificare in tempo reale il rispetto delle temperature previste. L’importante è che non ci siano luoghi, dove la temperatura sia di 14, 15 gradi. Purtroppo in questi giorni è accaduto ed è molto sotto ai 19 gradi che andrebbero garantiti per legge".

Non è colpa della dispersione? "No, questa volta no. La dispersione c’è ed è un problema antico. Le segnalazioni di questi giorni, tengono conto delle osservazioni ricevute anche dalle famiglie e lamentano una gestione non idonea alle esigenze didattiche". Tra gli altri a confermare il disagio perorando una revisione delle modalità di erogazione del servizio sono stati il Marconi, il Bramante Genga, il Mamiani, il Mengaroni, l’agrario Cecchi, l’alberghiero Santa Marta, L’Apolloni Nolfi di Fano, il Laurana Baldi di Urbino. Quella delle scuole non è una protesta: sono tutti consapevoli dell’austerity e del caroenergia. A Paolini è stata posta l’esigenza di una revisione necessaria e possibile, intanto, agendo sullle modalità contrattuali. Le presidi del Polo Tre (Fano) – Eleonora Augello – e del Benelli – Anna Maria Marinai – dopo aver segnalato il disagio in Provincia hanno anche sensibilizzato la propria scolaresca ad avere un abbigliamento più attento alle temperature invernali e sulle ragioni dell’austerity.

Solidea Vitali Rosati