Truffa auto, da Pesaro all’Olanda per riprendersi il suv

Pesarese paga 34mila euro per un Evoque che la concessionaria non gli consegna. Ma alla fine riesce a riportarlo a casa

L'avvocato Corrado Brancati

L'avvocato Corrado Brancati

Pesaro, 14 novembre 2019 - La truffa l’ha scoperta dopo pochi giorni, ma ci ha messo quasi due anni per riavere, dopo averla rintracciata in Olanda, la sua Land Rover Evoque nera, da 35mila euro, quelli che lui aveva pagato, tra caparra e saldo, a una concessionaria di Padova poi scomparsa senza avergli consegnato l’auto. E’ la disavventura di un un 31enne informatico pesarese: vicenda che, solo grazie alla bravura della stessa vittima, del suo avvocato, Corrado Brancati - oltre che dell’assistenza della polizia olandese e della velocità del tribunale di Pesaro - ha avuto un lieto fine.

Tutto inizia nell’ottobre 2017, quando Luca (nome di fantasia), vede su Internet la pubblicità di una Land Rover Evoque in vendita in una concessionaria di Padova. Gli piace, idem il prezzo, e fa il contratto di acquisto. Tremila euro di caparra, altri 31mila di saldo con bonifico. Ma dopo poco, capisce di essere stato truffato. Richiama infatti la concessionaria alcuni giorni prima della data di consegna e al telefono non rispondeva nessuno. Va fino a Padova, e vede che la concessionaria era sparita: solo un locale vuoto. Torna a Pesaro e fa la denuncia per truffa.

Ma Luca, per fortuna, facendo alcune ricerche su internet vede che un’automobile uguale alla sua è in vendita in una concessionaria di Brescia. Subito parte per Brescia e grazie al numero di telaio vede che è la stessa autovettura. Allerta i carabinieri del posto, che la mettono sotto sequestro in custodia nella concessionaria in cui era stata rinvenuta. La querela fatta a Pesaro e a Padova viene trasferita anche alla procura di Brescia.

«Il tribunale di Pesaro – dice l’avvocato Brancati – nel frattempo riconosce la proprietà del mezzo al mio cliente». Ma ora c’è il colpo di scena. La stessa banda di Padova, era riuscita a rubare l’automobile dalla concessionaria di Brescia e l’aveva portata in Austria e rivenduta a una concessionaria. Questa concessionaria aveva poi venduto il mezzo a un olandese che aveva trasferito l’automobile in Olanda.

«Tutti questi passaggi sono stati possibili grazie al fatto che l’automobile non era immatricolata ed era dotata solo di targhe provvisorie – spiega Brancati -. Il signore olandese è stato quindi fermato per un controllo di routine dalla polizia olandese che, verificate le denunce presenti in Italia, ha bloccato e sequestrato il mezzo. Grazie a una ricerca di polizia internazionale siamo riusciti a sapere che l’automobile era in Olanda. Abbiamo quindi comunicato alla polizia olandese la sentenza del Tribunale di Pesaro. La quale con sorprendente rapidità ci ha ricontattato avvisandoci che il signore olandese era già stato rimborsato dal concessionario austriaco e che entrambi non vantavano alcun diritto sull’automobile. Pertanto potevamo immediatamente andare a ritirare l’automobile in Olanda».

A quel punto il 31enne informatico parte per Olanda, in aereo. «In poche ore – racconta al Carlino – la polizia olandese mi ha consegnato l’autovettura che ho portato a Pesaro per tenerla in custodia in attesa della chiusura dell’indagine penale in corso». L’autovettura è stata quindi immatricolata e targata in Italia e l’11 novembre scorso la Procura di Treviso, chiudendo l’indagine, ha definitivamente riconosciuto la proprietà del mezzo al 31enne pesarese.