Vuelle: Hamilton in arrivo, Bamforth in uscita. Ultimo ribaltone per inseguire la salvezza

Il pivot di 2.13 lascia il Bursasport per accettare l’offerta di Pesaro, farà il visto in Turchia e potrebbe farcela a debuttare a Sassari

Vuelle: Hamilton in arrivo, Bamforth in uscita. Ultimo ribaltone per inseguire la salvezza

Vuelle: Hamilton in arrivo, Bamforth in uscita. Ultimo ribaltone per inseguire la salvezza

A cinque giornate dalla fine ancora uno sconvolgimento in casa Vuelle. Un altro americano esce ed un altro entra. Le due cose non sono collegate, ma sono maturate entrambe nella giornata di ieri. Scott Bamforth lascia la squadra: ha chiesto di poter rientrare negli Stati Uniti per un grave problema familiare e la società gli darà il permesso. Ma intanto ieri lo staff ha preso il nuovo pivot: si tratta di Johnny Hamilton, un perticone di 2,13 con forte propensione alla stoppata, che era in forza al Bursasport in Turchia. La sua squadra è ormai salva, ma senza chances di playoff quindi l’accordo è stato trovato in poco tempo. Trent’anni, ha avuto un’esperienza anche in Eurolega nella stagione 2020/21 con il Fenerbache ma in generale il campionato turco lo ha visto spesso protagonista anche con altre formazioni. Hamilton è originario della Repubblica di Trinidad e Tobago, stato insulare dell’America centrale caraibica, ha cambiato tre volte università e questo la dice lunga sul suo caratterino, ma i suoi mezzi fisici e atletici sono ottimi. E comunque per un mese si può anche sopportare un personaggio un po’ estroso, a patto che porti alla squadra quello di cui ha bisogno come il pane: i rimbalzi.

La società sta facendo una corsa contro il tempo per tesserarlo entro venerdì mattina e poterlo così schierare domenica a Sassari; dovrebbe farcela perché Hamilton non avrà bisogno di rientrare negli Usa per fare il visto ma potrà appoggiarsi all’ambasciata più vicina rispetto a dove ha la residenza in Turchia. Se il suo arrivo va a colmare un buco enorme sotto i tabelloni, la partenza di Bamforth va a sfoltire un reparto sin troppo affollato nel quale ultimamente, dopo l’ingaggio di Wright-Foreman, ci si pestava un po’ i piedi: con il risultato che Tambone giocava sempre meno, Visconti non giocava più e JWF faceva avanti-indietro dalla panchina senza riuscire a trovare il ritmo. Una partenza, a volte, può essere anche una chiave di volta per un miglior equilibrio, come lo fu quella di Larson nell’annata di Luca Banchi che lanciò l’accoppiata Moretti-Tambone in regia senza più equivoci. Oltretutto Bamforth, ad essere onesti, è la delusione più grossa della stagione perché su di lui, per il nome e per la carriera che ha avuto, erano riposte le aspettative più grandi. Ma un po’ per i limiti fisici, che a 34 anni sono diventati pesanti, o forse perché non si è mai integrato veramente nel tessuto di squadra, non è riuscito a dare a Pesaro quello che avrebbe voluto. Professionista serissimo, dedito alla pallacanestro come pochi, ha sofferto per questo contributo non all’altezza della sua fama. Sin dalla prima giornata a Brescia, non ha mai trovato il canestro vincente nei finali punto a punto quando la squadra si affidava a lui. Ma i compagni, proprio per il suo carisma, hanno continuato a rifornirlo di palloni anche quando era evidente che non riusciva a superare l’avversario. Con il risultato che molto spesso ha perso palloni sanguinosi nei finali di partita, non ultimo a Treviso. Magari alla fine si retrocederà ugualmente ma quest’ultimo ribaltone è forse il più azzeccato messo in atto dalla società in quresta tormentata stagione.

Elisabetta Ferri