La storia d’amore tra Lucio Dalla e Daniela Venturi raccontata per la prima volta

La donna apre il suo cuore: "Il primo appuntamento a Pesaro, poi 10 anni d’amore. A Rancitella, lontano dalle malelingue, scrisse ’Attenti al lupo’. Quando la relazione finì mi dedicò ’Canzone’"

Daniela Venturi racconta i 10 anni d'amore con Lucio Dalla

Daniela Venturi racconta i 10 anni d'amore con Lucio Dalla

Pesaro, 9 luglio 2023 – “Tante cose si sono dette sul suo conto, alcune vere, altre false, ma pochi sanno com’era Lucio veramente, oltre il palcoscenico, oltre la maschera dell’artista. Io sono una di quei pochi". Parole a cuore aperto di Daniela Venturi, 70 anni non ancora compiuti, di Fossombrone, che nell’anno in cui Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni ha deciso di raccontarsi, di raccontare quell’amore vissuto tra la fine degli anni ‘80 e la fine degli anni ‘90: "Non ho mai voluto parlare di Lucio, perché ho sempre voluto mantenere questo ricordo e questi sentimenti per me – continua Daniela –, ma ora, dopo più di 10 anni di silenzio sento il bisogno di aprire il cuore e descrivere quell’amorevole uomo che mi è stato accanto per tanto tempo".

Come vi siete conosciuti?

"La prima volta nell’ottobre dell’89, quando entrò nel mio studio di restauro di opere d’arte, che ai quei tempi si trovava a Urbino, sotto le logge in via Garibaldi. Lucio entrò incuriosito insieme a un nostro amico, il regista Giacomo Campiotti, e appena ci vedemmo fu colpo di fulmine. Mi fece i complimenti per il mio lavoro, poi uscì. Incredibilmente, dopo cinque minuti rientrò, domandandomi cosa avrei fatto la sera stessa: mi chiese di andare a Pesaro a vedere un film e che sarebbe passato sotto casa mia alle 20. Sicuramente aveva chiesto a Campiotti dove abitassi. Dopo averci ragionato, accettai".

Come fu questo primo appuntamento?

"Il viaggio fino a Pesaro, passando per tutte le strade panoramiche, fu quasi di due ore nelle quali parlammo moltissimo, poiché Lucio volle sapere tutto di me. Arrivati a Pesaro, senza andare al cinema, decidemmo di farci una passeggiata sul lungomare. Tornai a casa alle 3 di notte, dopo tanto tempo dentro il mio cuore c’era una felicità immensa, quella di aver conosciuto un uomo meraviglioso. Eravamo felici e da quella sera non ci siamo più lasciati".

Il primo bacio quella sera?

"Esattamente, ma non fu un bacio qualsiasi. Fu qualcosa di puro, di pulito. Un bacio quasi timido, ma pieno di passione".

Da lì nacque la vostra storia.

"Sì. Nei giorni seguenti Lucio mi invitò a fare un viaggio in barca. Un invito consegnato e accettato. Andammo in Corsica con la sua bellissima barca, prima ad Ajaccio poi Saint-Florent. In quegli splendidi luoghi è stato sancito l’inizio di quella che sarebbe stata la nostra storia d’amore, durata fino al ’97. Una storia fatta di viaggi, passione e musica".

Quale era il tipo ideale di donna per Dalla?

"Lui amava le donne che rappresentavano la forza, l’intelligenza e la dolcezza; acqua e sapone, per così dire, non troppo truccate. Pupi Avati lo confermò".

Lei stava a Urbino, lui era un assiduo frequentatore della città: è lì che sono nati alcuni dei suoi brani più famosi.

"Dopo un po’ di tempo, Campiotti gli propose di alloggiare a Rancitella, vicino a Urbino, in una torre medievale di sua proprietà, e subito Lucio accettò. In quella ’casetta piccola così’ scrisse l’album ’Cambio’, all’interno del quale compose e inserì brani dedicati a me: ’Bella’, ’Attenti al Lupo’, ’Le Rondini’ e tanti altri nei quali si dichiara apertamente innamorato. Divenne il nostro nido, il nostro rifugio, al quale tornava ogni venerdì per tutto il weekend. Mentre eravamo lì cercavamo di stare ’attenti al lupo’, di fuggire allo sguardo delle malelingue".

Aneddoti su Rancitella?

"Una volta, nei primi del ’90, verso le 9 di mattina, suonò il campanello. Era un vigile che doveva consegnare dei documenti a Lucio e lui, con tutta tranquillità, gli aprì in vestaglia, mentre dietro c’ero io, tutta intimorita da quel risveglio improvviso".

Dalla viene descritto come una persona schiva, ma dalle sue parole esce fuori una persona diversa, più socievole.

"Anche un po’ geloso. I suoi colleghi dissero che dopo avermi conosciuta era come impazzito, preso dalla voglia di riorganizzare tutti i suoi appuntamenti per cercare di vederci il più possibile. Se non riuscivamo a vederci a Urbino, mi chiamava a casa e ci vedevamo al casello autostradale, anche per pochi minuti, ma questo ci dava l’energia necessaria per continuare. Mi presentava a tutti come la ’sua signora’, Lucio mi voleva sposare, voleva una famiglia".

E poi cos’è successo?

"Nel 1996 ci siamo allontanati e Lucio scrisse ’Canzone’, un brano dedicato a me e alla fine di questa relazione. Tutto questo, però, non ci ha assolutamente impedito di mantenere un bellissimo rapporto di amicizia, fatto di telefonate e di lettere".

Nel 2012, purtroppo, Dalla morì. Lei come prese questo evento?

"Mi devastò, fu inaspettato e tragico. Gli anni dopo la sua scomparsa furono davvero difficili, ma ora, dopo più di 10 anni dalla sua morte, ho voluto raccontare e ricordare con tanto affetto il mio Lucio, che so essere lassù su quella nuvola".

Ciao Lucio, 80 anni di leggenda: il nostro speciale