Champagne, esplode la voglia matta. Cristal e Dòm Perignon? Esauriti

Distributori e negozi segnalano un +20% nelle vendite, per etichette che partono dai 50 euro e arrivano fino a 300. Luca Gerbino, titolare di enoteca: "Si è affermata la cultura del bere bene"

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Pesaro, 31 dicembre 2022 - Mettiamola così. Due anni pazzeschi di pandemia, bollette bollenti e rincari di guerra hanno messo addosso alla gente la voglia di berci su e di farlo sopra le righe, rinunciando magari a una vacanza costosa e "tamponata", aggirando le angosce da contagio e certe cifre esagerate per i viaggi e brindando a Champagne. Già, Champagne. Altro che crisi, i consumi dei più prelibati vini francesi, e dei migliori italiani in generale, fanno segnare un clamoroso più 20% nel 2022, che va ad aggiungersi al precedente più 20% segnalato nel 2021, dopo la prima botta covidiana.

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Cosa è successo? "La gente forse ha scoperto che la vita è una è va vissuta bene, che un buon bicchiere è meglio di una penitenza e che la crisi va lasciata fuori dalla porta di casa propria, almeno la sera, portando in salotto una bottiglia di Champagne che va dai 50 ai 300 euro", dice Luca Gerbino, titolare della enoteca "Alternativa vino" e principale distributore di Champagne in provincia, per niente sorpreso di quello che sta accadendo: "Quando – spiega – dieci anni fa, avevamo cominciato a diffondere la cultura del bere solo di altissimo livello, ci prendevano per matti, invece ora la gente ha capito. Oggi vuole bere molto bene e non esiste il rapporto qualità prezzo, esistono lo Champagne, le grandi bollicine italiane come il Franciacorta e marchigiane, ad esempio, come Guerrieri, Santa Barbara, Umani Ronchi, per citarne alcune". Già, ma quanto spende la gente in enoteca o al ristorante per un altissimo vino? "Gli Champagne più venduti sono De Venoge, Roger Coulon, Laurant Perrier o Joseph Perrier e si va da 65 euro a salire".

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I bar, i ristoranti e soprattutto le enoteche confermano l’incredibile tendenza di una provincia dove lo Champagne comincia a scorrere a fiumi: "Qui da noi trovare una bottiglia di Dòm Perignon o di Cristal è pressoché impossibile perché sono esaurite – dice Flavio Vitali, della storica enoteca Bibi di Pesaro – questo Natale è andato benissimo, la gente in generale vuole bere bene e spende per uno Champagne da 50 euro in avanti".

Danilo Frattini, dell’enoteca Terre e Mare di via Lanza, registra "un grande interesse per le bottiglie di qualità, la cultura delle persone è cresciuta, quando vengono in enoteca sanno cosa vogliono. Lo Champagne in particolare ha avuto un aumento di richieste di circa il 20% rispetto all’ anno scorso, tendenza che si spiega con la voglia di qualità. La gente spende cifre anche importanti per bere bene". Aumento di richieste anche all’enoteca Pane e vino di Paolo Del Prete: "Anche da noi possiamo stimare un aumento di circa il 20% di consumo e richiesta di Champagne o in genere di grandi bollicine italiane. Questo perché oggi per bere uno Champagne di qualità non bisogna più svenarsi, ma possono bastare anche 50 euro. Il meccanismo è scattato con il Covid, quando la gente ha cucinato in casa e ha riscoperto la grande bottiglia. Questo Natale non solo i giovani ma anche i nonni hanno regalato una grande bollicina". Nell’entroterra si stappano bottiglie di prestigiosi Champagne al ristorante Portanova di Urbino come al Bar Fontalba di Cagli, all’osteria La Braveria o a Urbania al Café del Corso dove Antonio Carpaneti dice: "Vero, la gente beve bene, specie bollicine e Champagne e spende anche 50 euro a bottiglia".