Diga Mercatale, rischio piena. Svuotato il lago

Il Consorzio di Bonifica ha deciso di procedere allo svaso completo. E sulla costa vigili del fuoco in allerta per la furia del mare

Dopo la mareggiata dei giorni scorsi la preoccupazione in riva al mare rimane alta

Dopo la mareggiata dei giorni scorsi la preoccupazione in riva al mare rimane alta

Pesaro, 16 novembre 2019 - Dalle 21 di ieri sera il lago di Mercatale è vuoto. Il Consorzio di bonifica delle Marche, a seguito della piena in arrivo da monte, ha deciso di procedere allo svaso completo, rilasciando circa 80 metri cubi al secondo, a fronte di una portata in ingresso di 60. L’invaso, già ai minimi termini da settimane (conteneva 700.000 metri cubi a fronte di una capacità di quasi 6 milioni) è così sceso rapidamente a zero. Il Consorzio, pressato da tempo dal Servizio dighe del Ministero che chiedeva con forza l’operazione (necessaria anche per i lavori di manutenzione ordinaria), spera che la portata si mantenga elevata anche oggi e nei prossimi giorni, in modo da ridurre i rischi ambientali, ovvero colate di fango e conseguenti morie di pesci.

«Pur nelle difficoltà di mettere insieme esigenze diverse – ha detto il presidente del Consorzio Claudio Netti – stiamo procedendo alle operazioni. Il primo obiettivo è non provocare danni al fiume. Siamo pronti a richiudere le paratoie al primo segnale di sofferenza del Foglia». Inevitabili anche i disagi per l’acquedotto che pesca dal lago e serve diversi comuni della vallata: Marche Multiservizi sarà ora costretta a ricorrere ai pozzi di subalveo. Prima di avviare lo svaso (che non avveniva da due anni), il Consorzio ha avvisato Protezione civile, Prefettura, Servizio dighe, Comuni e tutti gli altri enti interessati. Per questa mattina è previsto l’arrivo a Pesaro di un’onda di piena moderata. Ieri sono caduti nelle zone montane e pedemontane dai 40 ai 50 millimetri di pioggia (altrettanta ne era caduta nei giorni scorsi), molto meno a ridosso della costa. Le precipitazioni dovrebbero protrarsi anche oggi e nei prossimi giorni. Il Consorzio di bonifica ha in cantiere anche lo sfangamento completo dell’invaso, progetto quasi pronto: il primo stralcio è finanziato con due milioni di euro.

Occhi puntati anche sul mare: sono pronti a intervenire uomini e mezzi. Da ieri pomeriggio, con il peggiorare delle condizioni meteo, è stato avviato un vasto e articolato monitoraggio della costa, da Pesaro a Fano, per intervenire tempestivamente in caso di emergenze. In stato di allerta permanente i vigili del fuoco di entrambe le città, pronti con tutti i mezzi a disposizione, e in contatto con la sala operativa regionale. Un paio di unità, ieri sera, hanno effettuato diversi sopralluoghi lungo la costa fino a tardi. Così come la protezione civile, che nella zona di Fano controlla costantemente alcuni punti particolarmente a rischio: foce dell’Arzilla, Rio Crinaccio, Rio Marsigliano, Ponte Metauro e Ponte di Cerbara.

«Teniamo sotto controllo le strade che costeggiano il mare – spiega Saverio Olivi, presidente della sezione fanese – affinché si possa metterle in sicurezza in tempo, in caso di nuove e violente mareggiate. Allo stesso modo siamo pronti a intervenire nei pressi dei corsi d’acqua, laddove si creassero situazioni di criticità». Anche i gestori degli stabilimenti balneari sono in allerta e hanno messo in atto, nei limiti del possibile, ogni precauzione utile a ridurre l’impatto di una nuova mareggiata sulle strutture. Tuttavia, considerati i danni provocati dall’ultima, l’umore non è dei migliori e tutti sperano in una minore intensità dell’ondata di maltempo alle porte, consapevoli che poco si può fare contro la furia del mare, se sono assenti scogliere frangiflutti efficaci. Alcuni sottopassi a ridosso della costa sono ancora invasi dai detriti, così come molti tratti del litorale, tra Pesaro e Fano, Sottomonte e nelle zone limitrofe alla foce del Metauro. Nella borgata di Metaurilia, gli operatori sono ancora alle prese con la sistemazione delle spiagge, che in alcuni tratti sono state inghiottite dal mare. Le barche in rada, presso i vari club nautici disseminati lungo la costa, sono state spostate in luoghi sicuri, lontani dal mare.

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