Valentino Rossi perde ma è felice lo stesso. Gli allievi che superano il maestro

Morbidelli e Bagnaia, allenati alla sua scuderia, a Misano lo hanno lasciato in scia arrivando primo e secondo

Valentino Rossi con Francesco Bagnaia

Valentino Rossi con Francesco Bagnaia

Pesaro, 15 settembre 2020 - Gazzelle zampettano tranquille nella savana, snelle, appetitose e vellutate. Il branco, sottovento, le fiuta. Il re leone s’acquatta nell’erba per mimetizzarsi e avanza strisciando studiando per l’ennesima volta la strategia d’attacco. Dietro di lui i suoi due leoncelli ormai cresciuti, muscoli guizzanti sotto la pelle lucida e tesa, denti aguzzi e bianchi che brillano al sole, occhi puntati sulla preda come fari.

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E’ il momento giusto, scatta il leone, scattano i leoncini, scattano le gazzelle, una viene messa nel mirino, la distanza diminuisce, la preda è sempre più vicina. Ed ecco che improvvisamente, quando mancano pochi metri alla zampata fatale, quando le criniere garriscono al vento della velocità come bandiere, succede quello che non era mai successo ma dalla natura saggiamente previsto e preparato da sempre: i due leoncelli superano in velocità il padre, prima l’uno e poi l’altro, raggiungono la gazzella l’azzannano alla gola, le mettono le zampe sopra come su un trofeo e ansimanti, con la lingua fuori, aspettano orgogliosi che arrivi il grande padre.

Nessuna metafora della vita, perché questa è la vita. I due leoncelli Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia, addirittura con una gamba fratturata, sulla pista-madre di Misano, a due passi dal tempio tavulliese, hanno lasciato in scia, prima l’uno e poi l’altro, il loro padre e capobranco Valentino Rossi, uccisore di mille gazzelle, in una giornata epocale per il motociclismo.

Franco e Francesco hanno scritto una storia importante, ma è ancora una volta “Vale” ad aver scritto la Storia. E’ nato correndo, preciso fino al fanatismo, talentuoso e carismatico come nessun altro, faticatore indefesso, mai mai patetico, cocciuto, ironico, fanculista quanto basta, ha 41 anni suonati e si allena e si prepara come un ragazzino. Sarebbe bene che qualcuno, lasciando da parte invidie, falsi pudori e moralismi da quattro soldi, dicesse finalmente di lui: dateci un bravo maestro e saremo tutti migliori. In pista e nella vita.

Dateci qualcuno che ci insegni la serietà del lavoro, che il genio è una lunga pazienza, che le prove prima della gara sono i giorni di passione che ti investono e ti impegnano fino al midollo, perché se vuoi fare le cose bene devi sapere bene cosa fare. Insomma dateci lo spirito. Dal podio di Misano Franco e Francesco, i suoi due leoncelli ormai diventati adulti, gli mostravano la gazzella catturata trasformatasi finalmente in un brillante e ambito trofeo, lui sorrideva sornione, li guardava senza invidia pensando però in cuor suo a una prossima gazzella da azzannare da solo. Come dice il poeta: “O Valentino, sempre vestito di nuovo!”