Mario Totaro, il pianista pesarese e il suo disco per Rossini. "Una provocazione"

'Piano & Percussion Works' è il titolo del disco

Il pianista e compositore pesarese Mario Totaro

Il pianista e compositore pesarese Mario Totaro

Pesaro, 28 novembre 2018 – Il pianista e compositore pesarese Mario Totaro ha pubblicato per Da Vinci Classics il CD “Piano & percussion works”. Totaro, che al Conservatorio Rossini di Pesaro è docente di Lettura della partitura e tiene un corso di Improvvisazione, vanta una brillante carriera sia come compositore che come pianista, in veste di solista e come componente del Trio Diaghilev, formato da Mario Totaro e Daniela Ferrati (pianoforte) e Ivan Gambini (percussioni). I brani del CD sono stati concepiti per questa formazione e sono stati eseguiti più volte dal Trio. Composti alcuni anni fa, i pezzi comprendono anche un omaggio a Rossini, “Caprice Fantasque”, per pianoforte a quattro mani e percussioni.  

Come è nata l’idea di questo pezzo dedicato a Rossini? 

"Si tratta di una composizione scritta su temi rossiniani come la Boutique Fantasque di Respighi che trae spunto da brani per pianoforte di Rossini. Ciò che mi ha sempre colpito del compositore pesarese è la sua straordinaria modernità anche se i brani a cui mi sono ispirato sono tratti dai Péchés de vieillesse, quindi dalla sua produzione più tarda".

Che tipo di lavoro ha fatto? 

"Ho creato una suite dove regna la simmetria fra i singoli pezzi. Non si tratta di una trascrizione ma di una rielaborazione del tutto personale dove Rossini è il pretesto per una carrellata sulla storia della musica con citazioni continue ma nascoste".

Con quali effetti? 

"La mia è una sorta di provocazione che si basa su brani che per Rossini erano parodie, provocazioni esse stesse. Agire su ciò che già in Rossini è grottesco diventa divertente, specie se si alternano momenti in cui l’autore è più facilmente riconoscibile - un esempio è la Tarantella - ad altri in cui non lo è affatto".

Che ruolo hanno le percussioni? 

“Caprice Fantasque” è dedicato espressamente a Ivan Gambini. Le percussioni vengono trattate in modo del tutto nuovo. Gambini, un vero funambolo delle percussioni, realizza da solo parti che richiederebbero due o tre strumentisti".

Quali sono invece le caratteristiche di "Totantango", la seconda composizione del disco?

 "Si tratta di un brano del tutto particolare, unico come struttura. Anche qui, come in Caprice Fantasque, c’è la deformazione di qualcosa di preesistente. Si parte da un tango famosissimo, La cumparsita, che viene sempre più snaturato finché esplode in mille pezzi, in mille frammenti".

L’ultima composizione è la Suite Ex Oedipo, per pianoforte a quattro mani, clarinetto e percussioni

"Si tratta di un melologo atipico, dove le voci recitanti e la musica, al contrario di quello che avviene di solito, si sovrappongono continuamente".

Lei è autore di musica contemporanea. Che tipo di rapporto c’è fra questa musica e il pubblico?

"Personalmente cerco di fare sempre una musica comunicativa che può piacere o non piacere ma che non lascia indifferenti. Non è facile far entrare nei cartelloni e nelle stagioni concertistiche la musica contemporanea: ci vuole coraggio da parte dei direttori artistici che temono di vedere i teatri svuotarsi. Non è così: c’è musica contemporanea che può piacere soprattutto ai giovani, una musica non banale come è invece tanta musica commerciale".