Califano "canta" gioie e dolori dell’Alma

Il direttore tecnico: "Non passeremo alla storia ma abbiamo fatto un’impresa, perseguitati dalla sfortuna, accetto le critiche"

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La salvezza dell’Alma vede, tra i protagonisti, il direttore tecnico Gianni Califano, entrato all’inizio in punta di piedi e poi via via sempre più responsabilizzato nel corso della stagione. Califano, alla fine il Fano ce l’ha fatta.

Contento?

"È stata una gioia immensa. Per tutto quello che abbiamo vissuto durante l’anno i ragazzi hanno meritato questo seppur minimo traguardo. Bisogna essere realisti e non finti ipocriti; non passeremo alla storia del Fano ma per come si era messa abbiamo dimostrato di aver reagito da veri uomini alla paura di una retrocessione che sarebbe stata drammatica per noi, per la proprietà, per la piazza. Non nascondo che ci sia stata qualche lacrima perché la sofferenza è stata tanta".

Una stagione complicata, perché?

"Siamo partiti in ritardo tra tante difficoltà logistiche, una squadra allestita tardi, risultati che non arrivavano, recriminazioni, infortuni, cambi di allenatore, però ne siamo usciti nonostante abbiamo fatto soffrire i nostri tifosi sempre molto vicini alla squadra. Una piccola gioia per loro dopo questi ultimi anni di patimenti".

A proposito, parte della tifoseria l’ha criticata. Si rimprovera qualcosa?

"Le critiche non mi fanno paura, fanno parte del gioco. Se i risultati non vengono è giusto che ti critichino, ma io ho sempre messo la faccia, mi sono assunto le responsabilità, come è giusto che sia. È chiaro che qualche parola fuori luogo ti può far star male, ma ovunque è cosi. Anche quando giocavo. Però non ho mai perso lucidità, ho sempre creduto nel percorso e posso dire con orgoglio che ho avuto ragione ad insistere nei momenti critici, mantenendo calma, serietà e a isolarmi dalle critiche impietose ma giuste che arrivavano".

Qualcosa da farsi perdonare?

"Faccio sempre autocritica. Ogni sera vado a letto pensando cosa ho sbagliato e cosa posso far meglio domani. Se la stagione non è andata come si prevedeva di sicuro c’è da rimproverarsi qualcosa; il mea culpa ti fa solo crescere. Importante è lavorare: solo chi non fa non sbaglia. Sapevo le difficoltà di costruire una squadra da zero ma non mi aspettavo di fare un campionato lì sotto, anche se con Catalano abbiamo fatto 36 punti in 21 gare e dunque questa squadra qualche valore ce l’aveva".

Avete chiuso con un finale inimmaginabile…

"Le ultime mazzate: Recanatese, Vastogirardi, i risultati dagli altri campi, i playout a 45 punti. Ho avuto paura perché anche le buone cose diventavano negative. Poi la partita secca, il gol loro, il rigore sbagliato, altra mazzata. Dici: abbiamo avuto fortuna al 91’, ma quanta sfortuna prima. Paura tanta, ma chi non ha paura non ha coraggio e il capolavoro di Casolla ci ha ricompensato di tutti gli episodi negativi durante l’anno".

E adesso Califano cosa farà?

"Mi riposo con la mia famiglia dopo un campionato molto impegnativo che ci ha tenuti tutti sulla corda fino all’ultimo. Per il momento mi fermo qui, poi ne riparleremo, prima aspetto la confrerenza di Russo"

Silvano Clappis