"Siamo una squadra di altruisti ma dobbiamo diventare più cattivi"

Matteo Tambone traccia un bilancio dopo la Supercoppa: "Con Sassari il 27 sarà ancora battaglia"

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I primi punti in serie A li ha segnati proprio contro Pesaro: se li ricorda Matteo Tambone?

"Certo, era la stagione 20122013 e io avevo 19 anni, aggregato alla Virtus Roma, un po’ come Lollo Calbini nella Vuelle di quest’anno – ricorda il giocatore -. Mi allenavo con la prima squadra, ma non mi aspettavo di giocare. Poi invece coach Calvani ogni tanto mi buttava in campo e quel giorno contro Pesaro segnai 5 punti, partendo addirittura in quintetto a causa di alcuni infortuni nel reparto esterni".

Il destino, dopo otto anni, lo ha portato proprio a Pesaro: come ci si trova?

"A meraviglia. Ma già la zona un po’ la conoscevo per le mie stagioni a Ravenna. Adoro il mare e quindi potete capire la mia felicità nell’avere un appartamento che si affaccia proprio sulla spiaggia – dice ‘Tambo’ -. Ora mi piacerebbe conoscere i pesaresi, i tifosi soprattutto, che finora non ho avuto modo di incontrare, un po’ per le norme del distanziamento e un po’ perché siamo stati via tanto tempo".

Con quali sensazioni siete tornati da Olbia?

"Molto positive. Innanzitutto per l’affiatamento che abbiamo già raggiunto come gruppo, un fattore essenziale. Merito anche di giocatori americani molto altruisti, nessuno di loro è un mangiapalloni, guardano prima la squadra che loro stessi, cosa rara. Ci piace correre e anche lavorare duro, seguendo il nostro coach, che ha veramente tanto da insegnarci".

A Varese aveva già avuto un sergente di ferro come Caja. Repesa com’è?

"Tanto per gradire, oggi (ieri - ndr) ci ha fatto fare un allenamento unico di tre ore – ride -. Entrambi sono esperti ed esigenti, ma i loro sistemi di gioco sono differenti".

Sorpreso dall’esonero di Attilio in pre-campionato? O preferisce non parlare di Varese?

"No, perché? Sono stato benissimo là, poi nell’ultimo mese le cose si sono guastate. Caja aveva altri due anni di contratto, era stimato dalla piazza e dalla società, dunque dev’essere successo qualcosa di cui io non sono a conoscenza. Bulleri è stato il mio vice, è sveglio e apprende in fretta, credo sia pronto a diventare un bravo head-coach".

Tambone è più play o guardia? O magari pure ala piccola?

"Nasco come play, poi l’anno scorso il ruolo alla Openjobmetis era un po’ affollato e mi hanno spostato nello spot di n.2, dove mi sono trovato a mio agio, così ora li ricopro entrambi senza problemi. Da ala piccola non ci ho mai giocato, ma nel sistema di Repesa le differenze fra guardia e ala piccola sono minime".

Cosa manca alla Vuelle per fare il salto di qualità dopo il pre-campionato?

"Essendo un po’ piccoli come taglia, dobbiamo diventare sempre più aggressivi, diciamo più cattivi agonisticamente. E la difesa non può mollare mai la concentrazione".

Con Sassari due battaglie in Supercoppa, finite in parità. Cosa si aspetta il 27 settembre (si gioca alle 18,30 – ndr)?

"Sarà una bella partita, magari un po’ tesa per le scintille che ci sono state in Sardegna. Loro recuperano anche Stefano Gentile, ma noi siamo al debutto in casa e vogliamo vincere. Lavoreremo forte in questi giorni che mancano per farci trovare pronti".

Elisabetta Ferri