Totè: "Ho sempre sperato di tornare qui"

Il lungo della Vuelle racconta il percorso che lo ha riportato a Pesaro: "Tifosi speciali e Repesa sa tirare fuori il meglio di me"

Migration

Totè era destino questo ritorno a Pesaro?

"Io dico di sì. Desideravo tornare qui ancora prima che mi cercassero loro, seguivo il mercato e mi piaceva come stavano costruendo la squadra. A Pesaro ero stato bene, sia come città che come club, poi c’era Repesa che avevo incrociato alla Fortitudo e per fortuna la chiamata è arrivata".

Ha sempre pensato che avrebbe strappato la conferma?

"Mi son detto che dovevo dare il massimo perché questo accadesse. Sapevo che una verifica per la società era necessaria, visto che l’anno scorso avevo giocato poco per via degli infortuni. Ma sono arrivato pronto, quest’estate non sono andato nemmeno in vacanza per recuperare bene".

Perché non rimase due anni fa?

"C’erano molte incertezze, diverse società erano in crisi per via del Covid, mi è arrivata questa offerta triennale a buone cifre dalla Fortitudo e sono andato. E pochi giorni dopo qui è approdato Repesa, che è il motivo per cui sono rimasto a Bologna il mio secondo anno, poi lui ha mollato per motivi di salute".

Ma il cerchio si è chiuso e vi siete ricongiunti alla Vuelle: cosa le piace di questo coach?

"Che è uno vero, diretto. E di pallacanestro ne sa. Ama allenare, far migliorare i giocatori, specie se giovani, pretende, ma mi sta bene perché finora è quello che è riuscito a tirare fuori il meglio da me, a spronarmi. Poi mette tutti sullo stesso piano, senza preferenze o favoritismi".

Charalampopoulos ha detto che un gruppo così bello non l’ha mai avuto, concorda?

"Sì. E volete saperlo? Lo dicono tutti i giocatori nelle interviste ‘siamo un bel gruppo’ ma non è sempre vero, invece nel nostro caso assolutamente. Non c’è separazione fra italiani e stranieri e questo ti fa allenare o fare lavoro extra anche più volentieri. Aver voglia di andare a cena insieme dopo che ti sei visto tutto il giorno in palestra è un buon segno, siamo una seconda famiglia per gli americani".

Con Vasilis fra l’altro c’era già un legame forte…

"Esatto, io e lui a Bologna eravamo molto uniti in mezzo a tante difficoltà, sono felice di essere ancora suo compagno".

Ci pensa mai alla Nazionale, carente nei lunghi?

"Continuamente! E’ stato frustrante per me dopo aver fatto parte di tutte le selezioni giovanili non riuscire mai ad esordire nella prima squadra, ho fatto solo due raduni poi ho avuto sempre qualche infortunio. Io comunque ci punto ancora".

Dove potrà collocarsi questa Vuelle in campionato?

"Secondo me in una posizione interessante, abbiamo ancora ampi margini di miglioramento, possiamo competere ricordando che la nostra forza è il gruppo e non avremo singoli che ci faranno vincere le partite".

Sei italiani e quattro stranieri, scelta in contro-tendenza?

"Sono molto grato alla società anche perché il sesto italiano sono io, significa tanta fiducia nei miei confronti".

Un messaggio per i tifosi?

"Sono speciali, li aspetto numerosi al palas, ora che c’è la possibilità di vivere insieme un clima più festoso".

Elisabetta Ferri