Vis, miglior difesa dal ritorno in C E ci sono margini di miglioramento

Da Olbia altra prestazione importante e la sensazione che la città si stia riavvicinando alla squadra

Un record. In senso diacronico e sincronico. Da consegnare alle statistiche delle occasioni speciali. Perché la Vis è storia, immaginario collettivo, patrimonio (anche statistico) condiviso. Un primo fatto: insieme al Catanzaro, i biancorossi di Sassarini sono l’unica squadra dell’intera Serie C a non avere subito gol. Zero. E se è vero che la squadra qualcosina ha rischiato, come a Olbia, la solidità difensiva non nasce per caso. Figlia della forza straripante di Bakayoko, del Gavazzi "normalizzatore" e geometrico, dei salvataggi in extremis di Rossoni, di un Ghazoini tutto spinta e chiusure, del contributo di chi non disdegna mai di ripiegare in difesa. Due esempi: Gucci e Cannavò. In fin dei conti, però, non prendere gol nelle prime tre giornate non è proprio una novità assoluta a queste latitudini. Del resto la Vis ha conosciuto difese ermetiche e solide. In almeno tre stagioni di Serie C (il conteggio non considera la C2). Dalla stagione 19661967 (Vis-Samb 1-0, Vis-Prato 0-0, Jesina-Vis 0-0) all’annata 19871988 (Monza-Vis 0-0, Vis-Ancona 1-0, Vis-Ospitaletto 3-0). Ma anche nel capitolo 20022003: tre 0-0 con Chiesti, Fermana e Sporting Benevento. Altri tempi, altro calcio. Tant’è che dal ritorno in C, i vissini nelle prime tre giornate hanno subito una media di 5.5 gol, con picchi di 7 sotto le gestioni Galderisi e Banchini. Sassarini ha invertito il trend. Con una squadra che incassa come un pugile, ma non molla e risponde a dovere. E alla fine manda l’avversario al tappeto. Stavolta il colpo finale l’ha regalato Aucelli. Pietra preziosa di un centrocampo in cui Di Paola ha brillato per caparbietà. Il centrocampista ex Modena avrebbe meritato la gioia del gol, su punizione. Ma Gelmi (prestazione incolore) ha risposto presente. Col Pontedera "DiPa" potrà rifarsi. La copertina, alla fine, se la merita la squadra nella sua totalità. Al lordo delle sbavature di Cusumano, di un Fedato che si è fatto in quattro per incidere ma non ha inciso troppo, di quel Cannavò che potrebbe brillare tanto di più. E se la merita Sassarini, perché i cambi gli hanno dato ragione: il reggino Provazza ha smosso le acque, Gavazzi ha stabilizzato la linea di difesa, Coppola ha dato maggiore serenità al centrocampo, Aucelli ha regalato il gol vittoria (e si è regalato il primo gol tra i pro). Può bastare? Il turnover ragionato può essere la soluzione a fronte di obiettivi ravvicinati. Anche perché, come ha affermato lo stesso tecnico spezzino nel pre-partita di Olbia, in squadra ci sono "18-19 giocatori sullo stesso livello". Vero è che sono trascorse solo 3 giornate, e ogni giudizio potrebbe apparire affrettato, ma questa Vis ha palesato margini di miglioramento importanti. Che Sassarini conosce e su cui dovrà lavorare. Al netto dei comprensibili sbalzi d’umore che una piazza come Pesaro può avere, la sensazione è che città e squadra si stiano riavvicinando. Lo testimoniano i sei tifosi al "Nespoli", lo racconta la voglia di Vis che si respira dalle parti di Pantano. In attesa di Pontedera (domenica, ore 14:30) e del derby con l’Ancona del sabato dopo.

Riccardo Spendolini