Sardine, torneremo a Bologna. "Ma non ci candidiamo"

Mattia Santori: "Sarà un evento creativo, ma ancora tutto da studiare. Il 7 dicembre sarò in piazza per ascoltare Bonaccini"

Mattia Santori numero uno delle sardine

Mattia Santori numero uno delle sardine

Bologna, 28 novembre 2019 - Nuovo appuntamento a Bologna con le sardine", ad annunciarlo è il portavoce Mattia Santori, volto pubblico del movimento ai microfoni di Radio Città del Capo, che però specifica "non posso dire come, ma sarà molto bello, molto creativo. Ci stiamo ancora lavorando, c'è tanto da fare e non promettiamo le cose prima di averle in mente per bene". Quindi dopo l'adunata a Roma (forse in piazza San Giovanni) il 14 dicembre prossimo con l'ambizioso obiettivo di radunare 100mila persone, le sardine torneranno sotto le Due Torri.

"La questura - spiega ancora Santori sull'adunata nella capitale - vorrebbe farci andare in piazza San Giovanni e questo, vista la grandezza, complica le cose. Non temiamo i numeri perchè sappiamo che i sarà una grande mobilitazione e sentiamo il vento che soffia nel Paese, ma è più un problema di permessi, costi e sicurezza".

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La 'sardina numero 1', volto pubblico del movimento nato a Bologna (FOTO) assicura però che il 7 dicembre sarà in piazza Maggiore per la manifestazione elettorale di Stefano Bonaccini, presidente uscente della Regione in corsa per la riconferma. "Io personalmente andrò perché mi piacciono le piazze e chi porta un messaggio politico in piazza - spiega ancora - e sono molto curioso di vedere chi dovrebbe rappresentare l'alternativa a Borgonzoni o comunque a quella parte politica".

Il suo esserci però non implica altro. "Non essendo un movimento, non avendo un coordinamento, degli obblighi, dei dogmi o degli statuti, ognuno è libero di fare quello che gli pare", spiega Santori che non teme comunque di restare 'solo'. "Credo che il risveglio della coscienza politica delle persone porterà anche e soprattutto un sacco di giovani, che la piazza politica non l'hanno mai vista o frequentata, ad ascoltare o capire cosa sta succedendo".  Col pensiero rivolto al voto del 26 gennaio, "in Emilia-Romagna ci sentiamo rappresentati - ma, aggiunge Santori - la fortuna dell'Emilia-Romagna in queste elezioni è che ha una coalizione molto larga e molto vasta che va dal civismo alla sinistra ecologista progressista, al Pd ed altre realtà... Abbiamo questa fortuna", però "non sempre questa idea appartiene anche al resto dell'Italia".

Santori poi ribadisce che chi dipinge le sardine legate o eterodirette dal Pd si sbaglia. "Mai militato e mai avuto tessere, anche se credo che non ci sia niente di male". E comunque, precisa, in "pochissimi" casi i promotori di flash mob nelle città hanno trascorsi in politica. E a chi gli chiede di un ipotetico 'partito delle sardine' (secondo i sondaggi sarebbe già al 6%) lui risponde. "Non mi hanno chiesto di candidarmi e non è tra le mie priorità. Dico di no, mi sono bastate due settimane di vita da simil-politico per capire che non è la mia strada".

Oggi, domani e dopodomani le piazze. E dopo? Cosa faranno le sardine dopo aver riempito le piazze d'Italia? Torneranno "sui territori a lavorare sui territori. La grande domanda è come non disperdere le energie emerse in questo mese o che emergeranno". E' questa per la 'sardina 'numero 1'  "la piu' grande questione" ora sul piatto, "posto che a mio avviso non ha senso che questo movimento diventi un partito o un movimento politico". Dunque, conclude, "si sta ragionando su farlo diventare un anticorpo permanente per una stabilità sociale in un'Italia che, mai come oggi, è fratturata da quel punto di vista anche per il messaggio e la politica leghista, e non solo".

Quello nato a Bologna è stato un "esperimento": sotto le Due torri le prime quattro sardine si sono dette "partiamo e vediamo come va. Poi la situazione ci è sfuggita di mano ma è bello perché si moltiplicano variabili dell'esperimento su cui possiamo ragionare", analizza Santori.