"Gli effetti sono stati terribili, direi paragonabili a quelli che produce un uragano. Uno scenario da incubo, che non auguro neppure al peggiore dei miei nemici". Bastano queste parole di di un 70enne che risiede nella martoriata Sant’Agata sul Santerno per comprendere l’angoscia e i timori legati al futuro di migliaia di persone. "Ringrazio di cuore tutti volontari, tra cui tantissimi giovani, il cui aiuto si sta rivelando preziosissimo, in alcuni casi di vitale importanza". Dalla medesima cittadina circa a metà tra Lugo e Massa Lombarda, e dove purtroppo la rottura dell’argine del Santerno ha mietuto anche vittime, abbiamo raccolto la storia di Ursula e Filippo, 42 e 49 anni, che circa tre anni fa, dopo essersi sposati, sono andati a vivere a Sant’Agata in una villetta di via Bastia: "Erano circa le 4 del mattino – raccontano – quando, dopo aver udito un forte rumore, ci siamo affacciati alla finestra. La casa era circondata da un mare d’acqua. Il primo pensiero è andato ai nostri due cani che erano custoditi in un box, ma a causa dell’enorme pressione esercitata dalla furia dell’acqua non siamo riusciti ad aprire la porta. Impossibile pure uscire dalle finestre con le inferriate. L’acqua al piano terra aveva raggiunto il metro e mezzo di altezza, con tutti i mobili che galleggiavano. Una scena da incubo. Dopo ore, non appena il livello dell’acqua si è abbassato, abbiamo cercato vie di fuga per uscire all’esterno, ma le serrature erano bloccate dal fango. Spruzzando dello ‘Svitol’ sono tuttavia riuscito a sbloccare la serratura della porta della taverna. A quel punto abbiamo chiamato un serramentista che ha provveduto a sbloccare tutte le altre porte".
Ursula e Filippo non riescano a trattenere le lacrime: "All’angoscia per uno scenario apocalittico si è aggiunta la disperazione per non essere riusciti a salvare i nostri due pelosi: Lambert un ‘samoiedo’ di 7 anni e Maya, una femmina di 2 anni. Se infatti mobili, suppellettili e le auto, pur con enormi sacrifici si possono ricomprare, nessuno potrà restituirci i nostri due cani a cui eravamo tremendamente affezionati". Intanto ieri dal Comune di Sant’Agata è arrivata una smentita relativa a un messaggio che circolava in rete e su Whatsapp circa la disponibilità di vestiti e altri beni al punto di raccolta di via Angiolina. Quest’ultimo è a disposizione solo di residenti e volontari operativi sul territorio.
Luigi Scardovi