Banda del bancomat, il capo era una donna

Condanne da 4 a 7 anni, e due patteggiamenti, per gli autori degli assalti esplosivi a San Zaccaria, Mezzano, Mensa e San Pietro in Vincoli

La capobanda era una donna, come in certi film hollywoodiani. Per gli investigatori era lei la basista nonché esecutrice di tutti gli episodi contestati, una serie di colpi dinamitardi ai bancomat della provincia di Ravenna, ma anche a Rimini e Cesena, che avevano fruttato complessivi centomila euro nel periodo tra gennaio e settembre 2020. Filomena Esposito, 33 anni, ha patteggiato 5 anni di reclusione. Quando fu arrestata, faceva la lavoratrice stagionale nel Riminese. Di otto imputati, era l’unica di Napoli, gli altri componenti erano tutti foggiani in trasferta. Come lei ha patteggiato la pena, 4 anni e 6 mesi, Natalino Di Dio, 22 anni.

Hanno invece rimediato condanne in abbreviato, chieste dal Pm Stefano Stargiotti al Gup Janos Barlotti, il 37enne Francesco Lo Spoto, 7 anni; sei anni e 8 mesi per il 49enne Nunzio Mangiacotti; quattro anni e 8 mesi per il 47enne Claudio Cangio; quattro anni e 2 mesi per il 24enne Rocco Maffei; quattro anni a testa per il 30enne Emanuele Caposeno e per il 33enne Giuseppe Perdonò. Gli imputati, condannati a pagare anche multe accessorie, erano difesi dagli avvocati Carlo Benini, Francesco Nucera, Giuliano Renzi, Massimiliano Orrù, Francesco Americo, Umberto De Gregorio, Francesco Paolo Ferragonio. In particolare, alla sola Esposito – mentre i complici non erano certi – veniva attribuito il colpo alla filiale di Mensa Matellica della Cassa di Risparmio di Ravenna, messo a segno il 18 gennaio 2020: bottino di quasi 11mila euro, dopo avere fatto esplodere il bancomat con materiale dinamitardo. Il 20 giugno era poi finita nel mirino dei ladri la filiale di San Zaccaria, sempre della Cassa di Ravenna, ma in quell’occasione l’intervento di una guardia giurata aveva fatto fallire il colpo, dopo che già la banda aveva infilato la cosiddetta marmotta esplosiva per fare saltare lo sportello.

La stessa notte, però, andò meglio ad altri componenti del sodalizio: bottino di 44mila euro nell’assalto alla filiale Bper di Martorano di Cesena. Tra gli altri episodi, Il 4 luglio, a San Pietro in Vincoli, l’assalto alla filiale della Bcc aveva fruttato 18mila euro. Quindi il 22 luglio era stata la volta di Coriano, nel Riminese: qui il blitz alla Banca Malatestiana aveva prodotto un bottino di circa 8500 euro.

La notte del 12 settembre, a Mezzano, dopo un fallito assalto alla filiale della Bcc perché si era attivat il sistema anti intrusione, i malviventi si erano concentrati sulla vicina Unicredit, riuscendo a portare via ottomila euro. Il fascicolo fu aperto dopo l’ultimo degli assalti contestati, quando i primi sei del gruppo erano stati arrestati in flagranza. I militari del nucleo Investigativo di Ravenna riuscirono a bloccare i sospettati a Viserba, la loro base logistica, recuperando il bottino. Tutti vennero arrestati per furto aggravato – anche dell’auto usata per spostarsi – e un paio anche per resistenza dato che ignorando l’alt dell’Arma avevano rischiato di investire un militare. Tra il materiale poi sequestrato c’erano anche congegni esplosivi, come quelli utilizzati quella notte a Mezzano.

l. p.