Botta e risposta all’incontro sulla cava

Monte Tondo, ieri la discussione on line con la Provincia sull’aggiornamento del piano per le attività estrattive

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Primo incontro interlocutorio ma con momenti di turbolenza quello tenutosi ieri, online, fra i dirigenti della Provincia e le parti interessate in merito all’aggiornamento della sezione del Piano integrato per le attività estrattive che riguarda la contestata cava di Monte Tondo. I rappresentati della multinazionale francese Saint-Gobain hanno ribadito le loro richieste per "l’estrazione di ulteriori 2.400.000 metri cubi, da escavare in un arco temporale di circa 20 anni. Lo scenario b) indicato dallo studio, che da un’analisi di massima sembra quello suggerito, si basa su dei volumi largamente superiori ai 506mila metri che giudichiamo residui. Ribadiamo che, con i volumi attuali, possiamo garantire l’attività per circa 4-5 anni. Per questa ragione riteniamo necessaria la richiesta di un ampliamento del Piae".

Scambio d’accuse a dir poco acceso fra la Cgil – "abbiamo a che fare con ambientalisti massimalisti" – e la Federazione speleologica, presente con il presidente Massimo Ercolani: "chi mi conosce sa che ho fatto il sindacalista per una vita. Nessuno si azzardi ad accusare la Federazione speleologica di non avere a cuore le sorti dei dipendenti dell’impianto di Casola Valsenio. Siamo stati noi gli unici a evidenziare le problematiche occupazionali di quella vallata, mentre la politica guardava dall’altra parte", ha proseguito Ercolani, "che, dopo 17 anni, si provveda ora a fare un piano del Parco della Vena del Gesso solo per poterla distruggere. Gli amministratori sanno che appena un anno fa hanno candidato la Vena del Gesso a Patrimonio dell’Umanità Unesco? Già ora si stanno intaccando grotte che per legge non dovrebbero essere toccate: sfido chiunque a smentirmi. Gli amministratori sono mai entrati nella cava per vedere cosa stesse succedendo?".

All’orizzonte c’è il proseguimento delle estrazioni in deroga: considerando che c’è tempo fino a metà settembre per presentare osservazioni alla Provincia, difficilmente il Piae vedrà la luce entro fine ottobre, quando scadono i termini. "Entro l’ottobre del 2032", ha concluso Ercolani, "ci aspettiamo di vedere la cava chiusa per sempre".

Filippo Donati