"Canto l’amore a San Valentino"

Riccardo Fogli, ex dei Pooh, sarà domani a Cervia: "Un sentimento che ti può travolgere o abbandonare"

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Riccardo Fogli arriva domani, nel giorno degli innamorati, alla Darsena del Sale di Cervia (ore 21, con una concerto abbinato alla cena; info: 348-4234321). Dal Piper di Milano, tempio della musica, Fogli nel 1966 inizia la sua avventura con i Pooh. Qualche anno insieme e poi, dal 1973, prosegue da solista. Nel 2015, dopo 42 anni di assenza, rientra nel gruppo per il tour ‘Reunion’ dell’anno successivo, organizzato per i 50 anni di attività del complesso. Classe ‘beat generation’, Fogli è un ’ragazzo rock’ che l’amore lo canta, lo suona, toccando le corde del suo basso, lo respira, dentro i luoghi della musica, e lo vive nelle storie di tutti i giorni.

Fogli, torniamo indietro nel tempo. Lei ha suonato al Piper, un luogo di musica, libertà e ribellione.

"Sì, lì tutto girava attorno al concetto di libertà che si vedeva anche nel modo di vestirsi: chi aveva i capelli gialli, chi verdi, chi portava sei orecchini, chi l’anello al naso, chi l’orologio attaccato al collo. Ma soprattutto girava attorno al concetto di libertà totale, tramite il veicolo della musica. Per quel periodo storico eravamo considerati ’strani’. Ricordo che io portavo l’orecchino finto, quello con la molla".

Com’era il mondo del Piper?

"Ci cantavano solo i migliori. C’erano dei provini spietati che duravano una serata intera per ottenere contratti di pochi giorni. Ma quando entravi lì dentro il suono ti arrivava addosso, ti muoveva lo stomaco. Era una cosa travolgente, come non si era mai vista. Con i Pooh cantavamo canzoni romantiche, certo, ma ci siamo fatti le ossa riarrangiando le canzoni dei Beatles, dei Deep Purple e di Jimi Hendrix".

E come vi innamoravate voi ragazzi ‘beat’?

"Ci si innamorava spesso e fortemente, ci si lasciava spesso e fortemente. Eravamo sempre in giro a suonare: ci innamoravamo un po’ come i marinai".

Nel 1982 esce ‘Storie di tutti i giorni’ dove lei canta ’Con questo amore che non è forte come vorrei’. È un testo più maturo sull’amore?

"Nella vita ci sono canzoni che parlano di quell’amore che ti fa accapponare la pelle quando lo canti. Poi c’è l’amore che ti abbandona, quello che non dura per sempre. Ecco, in quel testo c’è la ragione, l’analisi di un amore che passa. Quello di uno che ha grandi idee, ma poi va a sbattere contro quell’amore che non è ’troppo grande’".

Quando, allora, un amore è grande?

"È la conseguenza di tante cose. Devi essere fortunato a trovarlo, lo devi meritare e poi curare".

Oggi ci si può ancora innamorare grazie alla musica?

"Certo. La musica è la chiave dell’amore. Quando ami, ti rimangono attaccati dei luoghi, parole e gesti. Ma c’è sempre una canzone. La musica fa parte dell’amore".

Parliamo di un altro tipo di amore, legato all’amicizia e al lavoro: quello con i Pooh.

"Erano anni in cui si viveva insieme, giovani e poveri. Giravamo l’Italia per guadagnare 50mila lire in cinque. Ci si addormentava l’uno sulla spalla dell’altro, i soldi si dividevano. È una fatica che si faceva insieme, con stima e spirito di squadra".

Ilaria Bedeschi