Cimice asiatica, gli agricoltori. "Serve l’insetticida, scettici sui risarcimenti"

"La campagna 2020 rischia di essere già compromessa. E per vedere i benefici derivanti dall’uso della vespa samurai, serviranno anni"

Un agricoltore mostra i danni della cimice asiatica sulle pere che coltiva

Un agricoltore mostra i danni della cimice asiatica sulle pere che coltiva

Faenza, 2 febbraio 2020 - C’è molta preoccupazione anche nel lughese per i danni che la cimice asiatica ha provocato nella scorsa campagna frutticola e che con molta probabilità provocherà anche in quella 2020. Gli agricoltori hanno infatti accolto con profonda delusione lo scorso dicembre la notizia della mancata autorizzazione da parte della Commissione Ue all’utilizzo dell’insetticida che poteva essere decisivo per la difesa delle produzioni ortofrutticole dalla cimice asiatica e al momento sembrano essere ancora scettici riguardo agli effettivi benefici che la Vespa Samurai, il suo unico antagonista naturale, potrà avere.

«Non sono ottimista – spiega Gianfranco Rambelli, agricoltore di Bagnacavallo – perché per quanto riguarda i fondi di risarcimento che ci hanno promesso, alla fine credo ci sarà quasi niente: in pratica solo qualche piccolo palliativo sotto forma di sgravio, ma indennizzi niente. Al momento vedo sono tanta incertezza da parte dei frutticoltori e tante aziende che estirpano i frutteti e pensano ad altre colture". In effetti anche i tecnici del settore ritengono che la Vespa Samurai potrà eventualmente mostrare la sua efficacia solo nei prossimi anni e quindi in tempi non brevi e pertanto a breve termine solo l’insetticida (il Chlorpyrifos – methyl) era l’unico mezzo efficace di difesa fitosanitaria per il controllo della cimice.

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Gli attacchi alle produzioni agricole causati da insetti patogeni come la cimice, sempre provenienti da Paesi extra–Ue hanno causato lo scorso anno danni molto ingenti, tanto che la produzione di pere si è in pratica dimezzata con un danno economico di circa 300 milioni di euro. "Il problema è molto serio – sottolinea Fabiano Mazzotti, presidente del Gruppo Trasversale degli agricoltori – con l’immissione a primavera della vespa antagonista e l’uso corretto di alcuni fitofarmaci nel giro di 2 o 3 anni riusciremo forse a convivere e sopravvivere a questa calamità naturale, ma certo non a debellarla completamente. Del resto nei confronti di certe pandemie non si arriva mai a soluzioni definitive a breve, ad esempio anche per la batteriosi del Kiwi abbiamo avuto una esplosione della malattia e ora invece in qualche modo ci conviviamo".

Molti agricoltori però guardano all’immediato e faticano a pensare di dovere fare i conti con i danni causati dalla cimice asiatica ancora per altri 2-3 anni. "Non capiamo – dicono alcuni di loro –, perché ancora una volta debba pagare il mondo agricolo, che non ha alcuna responsabilità in merito al verificarsi di attacchi alle produzioni da parte di insetti come la cimice asiatica". Ancora più duro e deciso è invece il giudizio di Fabiano Mazzotti, molto critico nei confronti dei responsabili delle strutture del mondo agricolo. "Il vero problema – afferma –, non è la cimice ma la mancanza di politici e amministratori che siano all’altezza della situazione e organizzazioni sindacali e cooperative che lavorino nell’interesse degli associa ti".