Da via Dradi a Lavezzola e ritorno a mani piene ma con arresto

In quattro sono partiti verso le 20 e sono tornati alla base oltre mezzanotte con la refurtiva

Secondo le indagini, era stato Kurti, alias Nalti, a fare arrivare altri connazionali a Ravenna proprio per imbastire il gruppo. Era lui che, forte del permesso di soggiorno, si era adoperato per cercare l’appartamento e le auto via via usate e che guidava la vettura fino ai punti prescelti. Pedinamenti e intercettazioni hanno permesso di delineare una batteria ben organizzata a partire dalle prime fasi: l’auto usata, veniva parcheggiata vicino all’alloggio inquadrato come base; e alla fine Kurti prendeva la sua per rincasare. Durante i colpi, a presidiare l’appartamento rimaneva sempre uno dei cinque il quale, con discrezione, monitorava il quartiere dal balcone.

Venerdì scorso i quattro poi arrestati in quasi flagranza, sono partiti poco dopo le 20 da via Dradi per arrivare a Lavezzola circa mezz’ora dopo. A quel punto si sono messi a perlustrare l’area: quindi verso le 21 in tre sono usciti dalla vettura mentre l’autista è andato in un bar di periferia al confine con il Ferrarese. E lì ha atteso fino a ridosso della mezzanotte quando è ripartito per recuperare i tre su via Reale. Le vettura è arrivata in via Dradi verso la mezza: i tre sono subito entrati mentre Kurti è andato a parcheggiare. Negli stessi momenti il Commissariato di Lugo ha comunicato ai colleghi di Ravenna i dettagli di due furti appena commessi a Lavezzola: in via Fanciullino dove una cassaforte era stata forzata con una smerigliatrice recuperata sul posto e portata via assieme al resto; e in via Gandolfini dove i malintenzionati erano entrati dopo avere forzato un ingresso. Quindi quando Kurti è andato verso la sua vettura per rincasare, è stato bloccato. Gli agenti hanno allora deciso di fare irruzione nell’appartamento dove hanno trovato gli altri quattro presunti complici. Poco dopo dentro a un marsupio è stata trovata parte della refurtiva di Lavezzola tra monili, collane, bracciali e altro ancora. Inoltre sotto ai cuscini del divano c’erano ben dodici orologi.

A completare il quadro degli elementi di interesse probatorio, ci sono anche diverse migliaia di euro in contanti e gli indumenti di colore scuri, i guanti e i cappellini presumibilmente usati durante le sortite e recuperati nella vettura assieme alla smerigliatrice rubata. Tra gli oggetti che possono contribuire a incastrare il gruppo, figura pure una fede nuziale con una data incisa sopra. Una curiosità: sembra che a uno del gruppo non piacesse l’auto usata per raggiungere le case da depredare: a suo avviso "portava sfortuna". Che avesse ragione lui?