Daniela Poggiali, oggi la Cassazione decide. Il pg, "va annullata l'assoluzione" / FOTO

La richiesta è stata fatta dal sostituto procuratore generale di Cassazione verso l'infermiera accusata di avere ucciso una paziente con una dose di potassio e assolta in secondo grado

Daniela Poggiali è accusata di aver ucciso una paziente dell’ospedale di Lugo

Daniela Poggiali è accusata di aver ucciso una paziente dell’ospedale di Lugo

Lugo (Ravenna), 17 luglio 2018 – O l’assoluzione verrà confermata in maniera definitiva. Oppure il processo tornerà indietro per un appello-bis. Nessun altro scenario a disposizione della Cassazione che oggi dovrà pronunciarsi sul caso di Rosa Calderoni, la paziente 78enne di Russi morta l’8 aprile del 2014 all’ospedale ‘Umberto I’ di Lugo a poche ore dal ricovero. Secondo la corte d’assise di Ravenna, si era trattato di un omicidio compiuto con una iniezione di potassio: per questo nel marzo 2016 Daniela Poggiali, 45enne ex infermiera dell’Ausl, era stata condannata all’ergastolo. Sentenza ribaltata in appello nel luglio 2017 con immediata scarcerazione dell’imputata dopo 1.003 giorni passati in cella.

I giudici bolognesi, dopo avere disposto una perizia sulle cause della morte della 78enne, avevano assolto l’imputata non perché non ci fosse prova della sua colpevolezza – avevano in buona sostanza esposto nelle motivazioni – ma perché quella dell’innocenza, era l’ipotesi di gran lunga prevalente. A loro avviso del resto la morte della paziente era stata dovuta a una evoluzione naturale del quadro clinico, con particolare riferimento a un possibile scompenso glicemico.

Daniela Poggiali il giorno dell’assoluzione (FotoSchicchi)
Daniela Poggiali il giorno dell’assoluzione (FotoSchicchi)

La procura generale di Bologna a quel punto si era rivolta alla Cassazione lamentando il fatto che la sentenza di assoluzione fosse viziata da numerose e gravi carenze nelle motivazioni. In particolare sarebbe stata segnata da quella che è stata definita valutazione atomistica, cioè del singolo elemento. Ovvero vergata senza prendere in considerazione nel loro complesso tutti gli indizi raccolti contro la 45enne ex infermiera Ausl. Inoltre tra i tre periti nominati dalla corte bolognese, non c’era nessun tossicologo.

Ragioni che dovranno fare i conti anche con la memoria presentata dai legali della difesa (oltre all’avvocato Lorenzo Valgimigli c’è pure Alfredo Gaito, ordinario di diritto processuale penale all’università ‘La Sapienza’ di Roma). E tra i motivi offerti al vaglio dei giudici romani, ce n’è uno che punta a dimostrare la tardività-intempestività del ricorso della procura generale. Sulla base di specifiche sentenze della Cassazione, si sostiene che potrebbe essere stato presentato oltre tempo massimo: esattamente 24 ore dopo.

L’avvocato Valgimigli ha anticipato che nella sua discussione, si concentrerà però su un altro aspetto: la presunta infondatezza di quel ricorso. «L’assoluzione è una sentenza solidissima, che si difende da sola, ben argomentata – ha detto mentre era in viaggio per Roma –. Partiamo fiduciosi. Vedremo l’esito. Per me il ricorso è infondato e non grado di scalfire la ferrea logicità della sentenza impugnata». Anche il collega Giovanni Scudellari, parte civile per l’Ausl Romagna, oggi sarà a Roma: «Il mio compito – ha detto – sarà esclusivamente quello di sostenere le argomentazioni della sentenza di primo grado che ritengo assolutamente fondate».

Aggiornamento

L'ex infermiera di Lugo non deve essere assolta dall'accusa di omicidio relativa alla morte di una paziente. E' la posizione espressa dal sostituto pg della Cassazione Mariella De Masellis davanti alla prima sezione penale del 'Palazzaccio', alla quale ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza con cui, un anno fa, la Corte d'assise d'appello di Bologna ha assolto l'imputata "perche' il fatto non sussiste", ribaltando il verdetto di primo grado con cui Poggiali era stata condannata all'ergastolo.

Alle 16.30 i giudici si sono ritirati in camera di consiglio.