Faenza (Ravenna), 20 settembre 2016 - Più di mezzo milione di euro: è il surplus generato da Argillà sul totale degli incassi di bar, ristoranti, alberghi e negozi nel primo weekend di settembre – 563 mila euro su un milione e 502mila (oltre un terzo dunque, calcolato in rapporto allo stesso fine settimana del 2015).
L’ha conteggiato lo studio di ricerca Jfc di Massimo Ferruzzi, analizzando i questionari posti ad espositori ed esercenti. Il dato aggregato racconta di un evento che ha fatto registrare il tutto esaurito in pressoché ciascuna struttura ricettiva, al punto che tra i turisti (per il 33% stranieri, con in testa francesi, tedeschi e britannici) alcuni hanno dovuto trovare alloggio a Brisighella ed in altri comuni limitrofi.
La media dei voti data dagli esercenti alla manifestazione sfiora i 9/10, attestandosi sull’8,8. Esulta il Mic: sebbene molti di essi fossero gratuiti, il Museo delle Ceramiche ha registrato un +850% sul totale degli ingressi (per un rotondo +500% di fatturato), toccando quota 2000. Sfiorano la quarta cifra anche teatro Masini e Museo Zauli, entrambi forti di 900 ingressi. Gongolano pure le casse comunali: gli introiti derivati dai parcheggi a pagamento hanno fatto segnare un notevole +43%.
I più interessanti sono i dati legati agli espositori. Circa l'80% ha dimostrato di apprezzare fra l'altro l'internazionalizzazione, l'organizzazione, l'affluenza di pubblico, gli eventi e le mostre collaterali. Per loro si è profilato un incasso medio di 1529 euro (a fronte di spese legate a trasferta e alloggio pari a 426 euro). In media, i ceramisti – che danno un voto pari a 7,1 ad Argillà – hanno venduto un terzo delle opere presentate (oltre sessanta pezzi, tendenzialmente di piccole dimensioni). Il dato – sottolinea il report – è sintomatico delle attese di parte degli artisti: tra loro c’è chi si aspettava numeri più confortanti dal punto di vista delle vendite. Anche per questo diversi ceramisti hanno evidenziato il numero di espositori a loro parere eccessivo, oltre che la minore qualità delle opere presentate. Per il vicesindaco Massimo Isola comunque «non esiste un problema legato agli espositori». Lo conferma l’analisi di Eugenio Emiliani: «Ridurre il numero di stand non necessariamente incrementerebbe le vendite. In un evento come Argillà è giusto che la scelta sia diversificata, spaziando dai piccoli pezzi d’artigianato alle opere d’arte di maggior valore. Il nostro target sono i visitatori. Davanti a numeri come quelli di quest’anno (tra 90 e 100mila arrivi stimati, ndr), gli espositori continueranno a scegliere Argillà». Tocca al presidente della Fondazione Mic delineare la rotta per il futuro. «Il museo è subentrato nella gestione di Argillà in aprile. La promozione è potuta partire a fine giugno, quando per eventi simili dovrebbe cominciare un anno prima. Ma tra un mese contiamo di poter già cominciare a lavorare all’edizione 2018».