"False vaccinazioni ai no vax per il Green pass"

Arrestato il 64enne medico di base Mauro Passarini per peculato, corruzione. "Si faceva dare 500 euro da ogni paziente"

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di Andrea Colombari

Diverse dosi di vaccini Pfizer non erano mai state inoculate ai pazienti perché l’obbiettivo era quello di fare ottenere il Green pass, in cambio di circa 500 euro l’uno, a persone della galassia no-vax provenienti da diverse città d’Italia.

E’ questa in sintesi l’accusa che mercoledì sera è costata l’arresto a un 64enne medico di base convenzionato con l’Ausl Romagna nonché ginecologo. Si tratta di Mauro Passarini, originario di Bologna ma residente a Marina di Ravenna, località dove l’indagato ha uno dei suoi due ambulatori (l’altro è in via Lissa a ridosso del centro di Ravenna). Il 64enne deve ora rispondere di peculato, falso ideologico e corruzione nell’ambito di un’inchiesta della polizia coordinata dal pm Angela Scorza e approdata a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Sabrina Bosi. Secondo le verifiche della squadra Mobile, il 64enne, avendo la disponibilità di vaccini anti-covid 19 in qualità di medico vaccinatore, se ne era appropriato senza poi iniettarli a decine di pazienti di area no-vax.

Dall’inchiesta è emerso che i primi di ottobre l’uomo aveva ritirato 15 flaconi di vaccino Pfizer per 90 dosi circa: di questi, 13 flaconi anziché utilizzarli per inoculare il vaccino, li avrebbe sfruttati per certificate falsamente di avere vaccinato i pazienti peraltro rendendo i lotti inutilizzabili perché conservati a temperatura ambiente. Tramite l’applicativo ‘Sole-Web’, l’indagato era infine riuscito a inserire le certificazioni ritenute fasulle per aggiornare i certificati vaccinali inducendo così in errore il ministero della Salute.

In totale attraverso un sequestro preventivo d’urgenza, sono stati finora sequestrati 79 Green pass in diverse province italiane, dalle Alpi fino alle isole. L’indagine era scattata da un esposto del 6 ottobre scorso alla procura di Belluno, città dalla quale il 18 settembre il padre no-vax di una 12enne aveva portato la figlia fino allo studio di viale Spalato a Marina dal medico ora finito in carcere. Il 17 ottobre nelle tasche del 64enne, poco dopo la presunta seconda dose inoculata alla minorenne, la polizia aveva trovato 1.550 euro: soldi secondo l’accusa dati dal padre bellunese che aveva lì accompagnato la figlia - l’unica per i magistrati totalmente inconsapevole di quanto stava accadendo - e l’attuale compagna.

Per il gip, il 64enne ha una "elevatissima pericolosità sociale": per lui esiste sia il pericolo di inquinamento probatorio che di reiterazione del reato nel contesto di indizi definiti gravi. Tanto più che - pur a conoscenza dell’indagine dal 17 ottobre - il 29 ottobre il medico aveva prelevato dall’ospedale altre 10 fiale di vaccino per ulteriori 60-70 dosi con l’intento presumibilmente di "occultare la sua attività illecita".

"La situazione è ancora in fase embrionale, tutta da definire - ha precisato l’avvocato difensore Carlo Benini -. Stiamo valutando le carte processuali e spiegheremo ogni cosa nell’interrogatorio di garanzia di lunedì davanti al gip".