Gli scatti di Maraini alla Molinella aprono l’Ottobre Giapponese

In mostra 46 immagini del Giappone e della famiglia realizzate dallo scrittore e fotogra nell’arco di alcuni decenni del ’900. Sabato diretta streaming per l’inaugurazione

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Il Giappone raccontato attraverso l’obiettivo di Fosco Maraini. Una mostra fotografica che sarà inaugurata sabato alle 17 è l’evento di punta a Faenza della diciottesima edizione dell’Ottobre giapponese, storico evento promosso dall’associazione ASCIG. L’evento è nato per promuovere e diffondere la cultura del paese orientale nel ravennate attraverso mostre, appuntamenti, cinema e altre forme che artistiche per stendere un ponte tra la cultura italiana e quella giapponese. La manifestazione coinvolge tutta la provincia, ma Faenza ne è protagonista di rilievo, anche perché gemellata, sin dal 1979, con Toki, città a sud della capitale che condivide l’arte ceramica con la nostra città. Anche l’Ottobre giapponese ha dovuto ridisegnare quest’anno i suoi programmi per l’emergenza sanitaria e ha puntato sulla fotografia invece che su una mostra ceramica come in passato. Non è una mostra fotografica qualsiasi, ma quella di un maestro del calibro di Fosco Maraini. Padre della scrittrice Dacia, Maraini è stato anch’egli scrittore, giornalista, poeta oltre che orientalista. Un’instancabile e curiosissimo viaggiatore che ha raccontato il Giappone e l’oriente attraverso la sua macchina fotografica e i suoi scritti.

A Faenza in questi giorni Marco Del Bene, docente di Storia del Giappone all’università La Sapienza di Roma e presidente dell’ASCIG, sta allestendo la mostra alla Galleria della Molinella assieme a Carla Benedetti responsabile faentina per l’Ottobre giapponese. Si intitola ’Endocosmo Maraini, il Giappone di Fosco Maraini’, 46 immagini del Maraini fotografo attraverso le quali racconta una parte della sua vita in Giappone dove si trasferì con la moglie e la figlia Dacia ancora piccolissima, quale lettore in italiano per l’Università di Tokyo. "Qui – spiega Marco Del Bene – dopo l’8 settembre 1945 le autorità, chiesero a Maraini di aderire alla Repubblica di Salò. Alla sua rinuncia venne internato per due anni in un campo di concentramento a Nagoya con la sua famiglia, che ne frattempo era aumentata". Come racconta nel suo libro ’Ore Giapponesi’, durante la prigionia Maraini per protestare contro il trattamento riservato alle tre figlie piccole, trattate come prigioniere politiche, si tagliò con un’accetta l’ultima falange del mignolo sinistro che poi scagliò verso una delle guardie. La cosa, che ricordava un rituale dei samurai, lo yubikiri, gli procurò un’aura di rispetto tanto che dopo qualche giorno i suoi aguzzini gli regalarono una capra il cui latte salvò la vita non solo della sua famiglia ma anche degli altri internati italiani.

In mostra oltre alla sezione Famiglia, anche gli scatti di tre viaggi successivi in Giappone che raccontano l’evoluzione della vita del Paese nell’arco di qualche decina di anni. Molto belli gli scatti in bianco e nero di vita quotidiana e anche alcune immagini a colori dell’ultimo viaggio, degli anni ‘80. Tutte le foto i fanno parte dell’Archivio Alinari di Firenze tranne quelle della sezione ‘Famiglia’, dall’archivio personale. Durante l’inaugurazione è prevista una diretta streaming con le nipoti di Fosco Maraini dalle 17 di sabato (su zoom.usj98007739431). La mostra rimarrà visitabile fino al 25 ottobre.