Finire in niente come un valzer

L'articolo esplora il concetto di "niente" attraverso antiche espressioni dialettali, sottolineando il significato e l'importanza di ciò che manca.

Non è facile spiegare il niente. Un tempo si diceva: "Finì in gnìt coma un vàlzer" (Finire in niente come un valzer). È il silenzio che segue a un brano musicale, ancor più avvertito perché viene dopo un suono alto e allegro. Altra definizione dei tempi passati: "Gnìt l’è bôn par j’ócc", niente è buono solo per gli occhi, bisogna che ci sia qualcosa di più sostanzioso da gustare o prendere. Per dire che nessuno fa niente se la contropartita è il nulla, si può affermare: "Par gnìt u n’scròla la coda gnânca e’ cân" (Per niente non muove la coda neanche il cane). Poi c’è il niente, cioè il vuoto, della mente, tipico della stupidità di certi soggetti, uno dei quali, si dice, che "e’ zurê d’no capì gnìt", addirittura giurò di non capire niente.