Sette cortei per ‘La cerimonia del fango’

A un anno dall’alluvione, il 16 maggio dalle 19 è in programma l’evento organizzato da Menoventi in collaborazione con tante realtà faentine

Sette cortei per ‘La cerimonia del fango’

Sette cortei per ‘La cerimonia del fango’

Una serata interamente dedicata all’alluvione, con i volti e le voci di tutte quelle parti di città che il 16 maggio del 2023 erano solcati dalla paura per l’arrivo delle acque. A un anno da quel tardo pomeriggio di metà primavera, quando si comprese che le varie rotture arginali che si stavano verificando in Romagna erano diventate un unico enorme cataclisma, Faenza si radunerà nelle vie del centro, a partire dalle 19, per guardare, come attraverso un prisma, i dodici mesi più lunghi della sua storia recente. "Non una festa", precisano gli organizzatori, perché le migliaia di cittadini che passano le loro giornate fra le scartoffie delle perizie e delle richieste di rimborso hanno comprensibilmente poca voglia di festeggiare, "ma un momento di riflessione su quel che è accaduto, sui sommovimenti privati e collettivi che ha innescato". Quella che è stata battezzata come ‘La cerimonia del fango’, organizzata da Menoventi in collaborazione con un’altra cinquantina di realtà – dal Museo Tramonti ad Accademia Perduta, da Fatti d’arte alla Società ciclistica faentina, per arrivare a Biblioteca Manfrediana, Fototeca, Independentpoetry, Museo Zauli, Museo Sassi, Bottega Gatti, Teatro Due Mondi – avrà come momento culminante i cortei che si incontreranno in piazza del Popolo dopo essere salpati da sette diverse parti della città: da via Firenze a simboleggiare l’Orto Bertoni; da piazza Ferniani, dove comparirà un un lungo dragone blu di carta, realizzato da Fatti d’Arte, in omaggio a un’antica tradizione medievale; dalla scuola di musica Artistation; dal Borgotto attraverso corso Garibaldi; dal liceo Torricelli (qui ebbe luogo il laboratorio dedicato all’alluvione ‘Senza confini – racconti sopra e sotto l’acqua’); dagli ex Salesiani e dalla biblioteca, il cui corteo sarà capitanato da Cristiano Cavina.

L’evento, per alcuni dei partecipanti, è il momento culminante dei laboratori che hanno organzizato nel 2024 per affrontare con il linguaggio del teatro la ferita lasciata dall’alluvione. "Molti, incuriositi, ci hanno chiesto il perché della scelta di un dragone blu – spiegano per Menoventi / E Production Consuelo Battiston e Gianni Farina –. Non abbiamo inventato nulla, ma solo reinventato: si tratta infatti della riproposizione di un’antica tradizione medievale faentina, che vedeva appunto di cittadini dare vita a un drago come invocazione al fiume Lamone, perché con le sue acque non minacciasse la città". Il corteo che partirà dal Borgotto e attraverserà vari luoghi di quella parte di città, fra cui il Museo Zauli, vedrà la partecipazione degli sbandieratori dei cinque rioni della città, in un’inedita sfilata collettiva che prenderà il via dalla sede del rione Nero, l’unico colpito in maniera diretta dalle acque del Lamone. Ciascuno dei gruppi sarà chiamato in piazza del Popolo a lasciare un segno del proprio passaggio: al centro della piazza, nel cuore della città, incontreranno una scenografia curata dall’architetto Andrea Montesi, ispirata alla figura del fiume-serpente. In piazza ci saranno anche alcune opere sfregiate dall’alluvione provenienti dai musei faentini; l’associazione La Carampana proporrà infine alcuni dei propri balli inizionovecenteschi. "A tutti i partecipanti saranno donato dei fiori di canna palustre – proseguono Battiston e Farina – i quali poi verranno arsi in un falò allestito in piazza del Popolo per l’occasione". E poi?, si domanderanno i cittadini che più sono ancora immersi nelle pratiche alluvionali. Menoventi suggerisce di affidarsi alla saggezza dei filosofi, come Eraclito: "Non ci si bagna mai nello stesso fiume".

Filippo Donati