"Le armi erano di un defunto". Il 35enne resta in carcere

Un uomo arrestato per possesso di droga e armi a Cotignola ha ammesso di essere consumatore, ma ha negato il possesso delle armi. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere, mentre l'imputato chiede di accedere a un programma di disintossicazione. Nell'abitazione sono state trovate droga, armi e denaro.

Lui fa uso di droga, in special modo cocaina e crack. E così ha ammesso che la poca roba che aveva addosso in auto e i 600 grammi di marijuana e 5 grammi di hashish scoperti nella sua casa a Cotignola, erano suoi. Ma ha negato di avere custodito il resto del materiale sequestrato. E ha ricondotto le armi a una persona, ora defunta, che abitava in quella stessa dimora. È quanto in buona sostanza ha riferito nell’udienza di convalida il 35enne disoccupato arrestato venerdì sera dai carabinieri dopo un controllo stradale partito a Faenza. Il gip Andrea Galanti, dopo avere convalidato l’arresto, ha disposto la custodia cautelare in carcere come chiesto dal pm di turno Francesco Coco.

Per il giudice in buona sostanza le armi servivano proprio a difendere la droga e il luogo in cui era custodita. Il 35enne - difeso dall’avvocato Giovanni Battista Emaldi - ha chiesto di accedere a un programma di disintossicazione al Sert in attesa di potere essere ospitato ai domiciliari da una familiare a Faenza.

Nell’abitazione della quale il 35enne aveva la disponibilità, i militari avevano sequestrato 10 bilancini di precisione, una scacciacani e due pistole di calibro 7.65 e 9 con relativi serbatoi sulle quali sono in corso accertamenti a Parma circa la provenienza.

Ma anche 150 proiettili, un dissuasore elettrico, tre coltelli a serramanico, materiale per tagliare e confezionare la droga. E poi ancora i 600 grammi di marijuana suddivisi in tre involucri, i 5 grammi di hashish, un grammo di crack, uno di cocaina e uno di eroina anche loro già suddivisi in dosi. E infine danaro contante oltre ad alcune banconote false. L’uomo, rispondendo lunedì scorso alle domande del gip, ha spiegato che in quella casa - per la quale è pendente una procedura di liberazione - sono ospitate altre quattro o cinque persone oltre a lui. Ha inoltre precisato che al momento dell’alt dell’Arma, era andato assieme a un paio di amici a Faenza per cercare una dose di cocaina. Circa le armi, a suo dire non le aveva mai denunciate per timore di conseguenze di natura penale.