I gestori delle discoteche: "Sarebbe stato meglio non farci riaprire affatto"

Le reazioni dopo la chiusura: "Abbiamo effettuato dei lavori e affrontato spese per poter essere in regola. Tanto valeva decidere subito per lo stop".

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Prima l’ottimismo e la riapertura di tutte le attività e anche delle discoteche, confidando che i giovani avrebbero saputo mantenere le distanze anche sulle piste da ballo, luogo di divertimento e di incontri. Poi i nuovi contagi e il dietrofront, arrivato di colpo a mettere i lucchetti al settore dell’intrattenimento notturno. In mezzo ci sono gli imprenditori della movida, che oggi in molti casi lo dicono chiaramente: "Sarebbe stato meglio non riaprire affatto". La pensa così Mattia Montanari, tra i soci del Matilda – Touchè Santafè di Marina di Ravenna: "Abbiamo inaugurato il 26 giugno, perché prima a causa dei decreti non si poteva. Per aprire abbiamo dovuto fare dei lavori, un progetto, una commissione di pubblico spettacolo per regolarizzare tutto, accollarci le spese per adottare le nuove normative Covid. E tutto questo per un mese e mezzo di lavoro. Se quest’estate si doveva arrivare a questo punto tanto valeva non aprire per niente. Dovevano restare chiuse e basta. Tra l’altro abbiamo ricevuto dei controlli ogni weekend che hanno sempre avuto un esito positivo sul nostro modo di lavorare, tutti portavano le mascherine, solo una decina di giorni fa ci hanno chiuso per 5 giorni per assembramenti in pista".

Ora il problema sono, ovviamente, spese e dipendenti: "Speriamo che il governo metta a nostra disposizione degli aiuti perché se no non si sopravvive. Abbiamo avuto delle spese. È una scelta del governo quella di farci chiudere, ora devono venirci incontro. Per i dipendenti stiamo valutando cosa fare". A Milano Marittima Massimo Casanova, proprietario di Villapapeete, sta pensando a come gestire i 100 dipendenti della discoteca: "Come si fa? Li ho chiamati e avvisati tutti, sono persone molto attente e tra di loro ci sono tanti ragazzi che hanno bisogno di lavorare per mantenersi gli studi". C’è, poi, la questione delle spese fisse: "Aprire una discoteca ha costi enormi, soprattutto per chi lavora solo d’estate: ogni anno devi far ripartire tutta la macchina, che è dispendiosa – aggiunge Casanova –. È un mondo importante e sottovalutato, e l’impressione è che l’imprenditoria e la politica parlino due lingue diverse. Prima abbiamo riaperto in fretta e furia, ci è stato comunicato da un giorno all’altro. E ora da un giorno all’altro ci hanno chiuso. Noi avevamo ovviamente già fatto tutti gli acquisti per le serate a venire, cose che ora abbiamo stipato nei magazzini e su cui pagheremo le tasse e per noi è un altro danno. Ci sono discoteche che si erano prese impegni importanti con importanti dj europei, con contratti già pagati che chissà come finiranno". Anche Casanova è d’accordo con Montanari del Matilda: "Se era meglio non riaprire affatto? Sì, lo penso anche io".

Sa.ser