"I profughi minori subito a lezione di italiano"

Tra i 113 migranti della Ocean Viking 35 adolescenti soli. A visitarli anche il medico Luca Casadio, all’ultimo giorno prima della pensione

"I profughi minori subito a lezione di italiano"

"I profughi minori subito a lezione di italiano"

Sono arrivati da soli, dopo un viaggio lungo mesi e mesi: la speranza delle loro famiglie di un futuro migliore viaggia con loro, in un fagotto con un cambio di vestiti e a volte un telefonino. Oltre agli adulti, tra i 113 migranti sbarcati sabato a Ravenna sulla Ocean Viking ci sono anche 35 minori non accompagnati: ragazzi tra i 15 e i 17 anni, di cui 28 ora ospiti della cooperativa Villaggio del fanciullo. Al loro arrivo sono stati visitati dal primario della Pediatria Federico Marchetti e dal medico del reparto Luca Casadio, al suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione: conosciutissimo anche per essere stato il presidente della pallavolo Porto Robur Costa, ha concluso così una lunga carriera in cui è stato vicino a tanti ravennati nei loro primi anni di vita. "Ma sabato ho fatto solo ciò che dovevo e che chiunque avrebbe fatto al mio posto" commenta.

I bambini sono poi stati portati nei centri d’accoglienza, e per buona parte dei minori stranieri non accompagnati – dopo un colloquio con i servizi sociali del Comune di Ravenna – si sono aperte le porte del Vilaggio del fanciullo. Per la cooperativa ospitarli è stata una sfida non semplice: "Abbiamo dovuto riaprire una struttura chiusa da due mesi in due giorni – dice Patrizio Lamonaca, direttore della fondazione Villaggio del fanciullo –. In pochissimo tempo e sotto le feste abbiamo dovuto organizzare i servizi di pulizia, il caterine, l’acquisto di lenzuola e coperte e soprattutto una nuova equipe. Ma ce l’abbiamo fatta".

Tra i 28 minori, provenienti principalmente da Costa d’Avorio, Gambia e Nigeria, ci sono 3 ragazze: "E sono tante, di solito non ne arrivano da sole". Non è un segreto che dietro ai minori ci sono famiglie che ripongono in loro tutte le speranze, affinché li aiutino in futuro. "Ed è difficile, per una questione culturale, che mandino delle ragazze – spiega Lamonaca –. Tra l’altro le donne sono anche più soggette a violenze di tipo fisico, e per questo 2 delle 3 ragazze sono state ricoverate per accertare eventuali episodi". Sempre in un’ottica di protezione, le 3 giovani presto si staccheranno dal gruppo e soggiorneranno in un appartamento a parte. La sistemazione per tutti e 28 però è solo provvisoria, per 30 giorni, "poi saranno collocati in comunità per minori stranieri – aggiunge Lamonaca –. I ragazzi parlano inglese e francese e già oggi (ieri, ndr) hanno iniziato un corso di italiano. Dopo il percorso in comunità saranno inseriti in scuole e corsi di formazione professionale".

I ragazzi hanno già avuto modo di raccontarsi agli assistenti sociali: "Noi non sappiamo da quanti mesi siano in viaggio – prosegue Lamonaca –, alcuni sono arrivati scalzi, solo con una tuta e un sacchetto di plastica in mano con due vestiti. Abbiamo dato loro un kit con prodotti per l’igiene personale, vestiti nuovi e scarpe. Alcuni hanno un telefono, ma non tutti. Stamattina ho prestato il mio cellulare a un ragazzo che ha chiamato il fratello in Gambia per dirgli che è arrivato e sta bene".

Sara Servadei