Il brillamento della bomba d’aereo. Domenica fuori casa per 24 persone

L’ordigno, risalente alla seconda guerra mondiale, era stato trovato in un campo in via Prosciutta a Faenza

Il brillamento della bomba d’aereo. Domenica fuori casa per 24 persone

Il brillamento della bomba d’aereo. Domenica fuori casa per 24 persone

Si sono concluse intorno alle 18 di ieri le operazioni di brillamento della bomba d’aereo della seconda guerra mondiale rinvenuta alcuni giorni fa in un terreno agricolo in via Prosciutta, a Faenza. A occuparsene è stato l’esercito con l’ottavo reggimento guastatori paracadutisti ‘Folgore’. L’ordigno, una bomba da 500 libbre di fabbricazione britannica, presentava entrambe le spolette attive e le operazioni hanno preso il via proprio dal despolettamento. La manovra è stata in un caso eseguita a distanza con uno speciale macchinario, mentre nel secondo caso la spoletta è stata smontata dal resto dell’involucro in ghisa della bomba, con un getto ad alta pressione di acqua e sabbia.

La bomba, che doveva essere trasportata da una colonna di mezzi dell’esercito nella ‘cava Soglia’ a Brisighella, è stata fatta deflagrare in via Prosciutta. Nell’area erano stati sfollati ventiquattro residenti che sono poi tornati nelle loro case in serata: nonostante questo, sia la via Emilia che la ferrovia Bologna-Rimini, vicinissime al luogo del ritrovamento, sono potute rimanere aperte al traffico. Gli uomini dell’esercito sono stati affiancati per tutto il giorno dal personale di polizia, carabinieri, Protezione civile, vigili del fuoco, Comune, Prefettura e da due assetti sanitari della Croce Rossa militare. "Questa rappresenta la prima bonifica complessa di un ordigno della seconda guerra mondiale nel 2024 – spiega il colonnello della Folgore, D’Ambrogio –. Nel 2023 furono una ventina le operazioni di analoga rilevanza sul territorio nazionale, su un totale di 2.200 interventi, a fronte del rinvenimento di 12mila ordigni". La provincia di Ravenna, così come le altre attraversate dalla linea Gotica, continua a essere uno degli epicentri nazionali per la riemersione dal terreno di ordigni inesplosi della seconda guerra mondiale. "Nonostante siano trascorsi ormai ottant’anni da quei combattimenti, va ancora prestata la massima attenzione – sottolinea il colonnello D’Ambrogio –. La pericolosità di una bomba da 500 libbre rimane alta e le operazioni per renderla inoffensiva sono tuttora complesse".

Filippo Donati