In appena dieci anni è crollato di oltre un quarto il numero delle nascite nel territorio provinciale: a far calare più di altri il silenzio sull’assemblea della Cgil tenutasi all’hotel Cube è un dato in particolare, quello relativo alla contrazione, pari al 27,5%, registrata nel numero dei bambini nati dal 2013 al 2023.
Nonostante questo, negli ultimi tre anni la popolazione ha registrato un nuovo incremento complessivo, che fa seguito a quella che era stata una diminuzione demografica ininterrotta dal 2013 al 2021.
Il perché di questo paradosso non soffia nel vento, come cantava Bob Dylan, ma corre sulle onde del mare: sono gli immigrati a puntellare la demografia provinciale, consentendo a ravennati, faentini, cervesi e abitanti della Bassa Romagna di attestarsi a quota 388.982.
"Se si procede a un confronto con il periodo pre-pandemia da Covid-19, dunque con i dati al 1° gennaio 2019 – precisa la Cgil – si registra un minimo decremento, con circa 2.200 residenti in meno (-0,6%) in cinque anni. Rispetto al 2013, quindi considerando un decennio, la contrazione della popolazione residente nella provincia di Ravenna si fa più consistente: quasi 4mila persone in meno, pari al -1,5%. Ravenna, come le altre province dell’Emilia Romagna, sta affrontando sfide demografiche significative che richiedono un’attenta considerazione".
Nell’epoca dei muri e dei centri per migranti oltreconfine la Cgil non abbandona le sue storiche posizioni: "In questo contesto i flussi migratori rivestono un ruolo cruciale. La provincia di Ravenna attrae un significativo numero di cittadini stranieri, sia provenienti dall’estero che da altre province e regioni italiane, così come di cittadini italiani da altre regioni. Questa mobilità contribuisce a compensare un saldo naturale – quello fra nascite e decessi – sistematicamente negativo per gli italiani, secondo una tendenza comune al resto dell’Emilia Romagna e dell’Italia".
Il numero di cittadini stranieri residenti nella provincia è infatti in leggero incremento: al 1° gennaio 2024 sono 48.693, e costituiscono l’11,4% della popolazione residente, dato in crescita ma che si mantiene più basso di quello medio dell’Emilia Romagna, la quale, con il 12,9% di stranieri, registra il dato più alto fra le venti regioni italiane (la media nazionale è ferma al 9%). La provincia mostra valori più alti nel distretto di Lugo e, a livello comunale, a Massa Lombarda (qui gli stranieri sono il 20,7%: è l’ottavo comune dell’Emilia Romagna per incidenza sulla popolazione residente), ma anche a Conselice e Castel Bolognese, dove gli immigrati sono rispettivamente il 16 e il 15%.
Il crollo delle nascite – ancorché reso più innocuo dall’arrivo di immigrati – ha un effetto diretto nell’invecchiamento della popolazione, misurato attraverso l’indice di vecchiaia provinciale, a Ravenna attestato a quota 226. Che significa? Molto semplicemente, in provincia c’è una proporzione più che doppia di anziani rispetto ai giovanissimi che hanno meno di quindici anni.