"Il movente del delitto non è passionale"

Ieri vertice in Procura. Ilenia Fabbri non aveva relazioni clandestine. Il pm: "Tutte le altre piste rimangono in piedi"

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Per fare un punto della situazione sul giallo della morte di Ilenia Fabbri, ieri mattina gli inquirenti hanno organizzato un vertice in procura a Ravenna.

Oltre a vari investigatori della polizia, erano presenti all’incontro il procuratore capo facente funzione Daniele Barberini, il pubblico ministero titolare dell’inchiesta Angela Scorza e il dirigente della squadra Mobile Claudio Cagnini. Al termine, in tarda mattinata, il pubblico ministero Barberini ha precisato che è stato escluso "categoricamente il movente passionale" ma che "tutte le altre piste rimangono in piedi".

Secondo quanto spiegato, tale ipotesi è stata scartata perché dalle verifiche è emerso che la donna non aveva relazioni clandestine.

Per quanto riguarda il nuovo compagno Stefano, le cose andavano decisamente bene tanto che secondo le amiche di lei, i due volevano sposarsi non appena lei avesse concluso tutto l’iter di separazione e divorzio. In merito invece all’amico per il quale nel 2017 aveva lamentato di essere stata pedinata dal consorte anche tramite l’uso di un gps a calamita appiccicato sulla sua auto, vive all’estero e dunque è risultato del tutto estraneo ai fatti.

Infine in merito all’ex marito Claudio, la relazione si era definitivamente chiusa nel 2018 e i due avevano cominciato da tempo a vivere le loro vite.

Si era però aperto nel frattempo un contezioso patrimoniale: anche per chiarire tutti gli aspetti legati a ciò, nel primo pomeriggio di ieri in procura è stato sentito proprio uno dei due legali civilisti – un’avvocatessa forlivese – che avevano assistito la defunta nel contenzioso.

L’ennesima delle tante testimonianze che gli inquirenti hanno sin qui raccolto per chiare ogni aspetto della vicenda.

Proseguono anche le verifiche della squadra Mobile per ricostruire tutti gli spostamenti dei testimoni tanto che verranno sentiti pure i titolari della concessionaria di Milano alla quale padre e figlia la mattina del delitto si stavano recando per ritirare un’auto per la giovane.

Ulteriori elementi utili all’inchiesta potranno, ifine, arrivare dalla relazione conclusiva dell’autopsia che è stata eseguita domenica.

In particolare dai medici legali si attendono riscontri di compatibilità tra il profondo taglio alla gola che ha ucciso la donna e il coltello da pane sequestrato dalla polizia Scientifica.

Si attende anche di sapere se e quali lesioni, oltre a quella mortale, la 46enne avesse sul corpo: un dettaglio in grado di restituire per interno la dinamica dell’omicidio e l’intensità della colluttazione: se cioè la vittima sia riuscita a reagire con veemenza o se abbia piuttosto cercato soltanto di scappare, venendo alla fine raggiunta alle spalle per essere accoltellata a morte.

a.col.