Il viaggio interiore dell’uomo in mostra al Museo diocesano

Domani inaugura nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo l’esposizione ’Altrove.. Viandanti, pellegrini, sognatori’ che lega diverse tradizioni religiose e culturali

Migration

Le opere di quattro artisti e quelle del collettivo CaCo3 sono le protagoniste della mostra, realizzata in collaborazione con Argillà e con la Biennale del Mosaico di Ravenna, che aprirà i battenti domani alla chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza. ’Altrove: viandanti, pellegrini, sognatori’ è la rotta tracciata dall’incontro di ceramica, mosaico, stoffa, attingendo a tradizioni orali quali quelle delle aree rurali del Camerun, nel caso delle sculture di Victor Fotso Niye, o scritte, come avvenuto per Sara Guberti e per il suo percorso compiuto fianco a fianco con i maestri calligrafi dell’Asia, rievocato qui attraverso stendardi decorati con invocazioni in sanscrito e giapponese. Opere che dialogano con i mosaici del collettivo CaCo3 (formato dai ravennati Âniko Ferreira, Giuseppe Donnaloia e Pavlos Mavromatidis): "creazioni da osservare camminando, cogliendone le varie dimensionalità, l’abbozzarsi di nuove tonalità frutto dell’abbraccio fra luce e colore", spiega il vicedirettore del Museo diocesano Giovanni Gardini.

I pellegrini sono diventati, nell’Europa contemporanea, più rari che in passato: "anche per questo motivo il compito di una mostra come quella che ci accingiamo a inaugurare", evidenzia il direttore del museo Mariano Faccani Pignatelli, "è interrogarci sulla ricerca di quell’esperienza, viva in molti cammini europei ormai oltre la dimensione devozionale in cui videro la luce". Sembrano provenire o fare rotta per un’Itaca dai contorni sfumati anche le figure imbarcate sul fragile vascello del ‘Viaggio’ di Sergio Zanni, o ancora di più ‘L’angelo e il gabbiano’, in equilibrio sul guscio di una testuggine come il pianeta Terra in vari miti indù, cinesi e nordamericani.

Non è una causalità che il gruppo scultoreo di Antonio Violetta sia in mostra appena per le seconda volta, dopo la prima fra 2000 e 2001. E’ appunto in direzione di un altrove che sembrano rivolti gli sguardi liquidi di figure quali quelle del ‘Sonno del vento’, con la sua carica oracolare, e del ‘Mare’, riemerso da un sonno di anemoni e coralli. In tutto la mostra si compone di due serie di opere musive e di tre gruppi scultorei, che accolgono i visitatori a partire dalla coppia ‘Observer les Étoiles’ e ‘Ange Gardien’ di Victor Fotso, in bilico tra sogni ancestrali e rivendicazione della propria identità, plasmata dalle mani strette attorno ad alcune opere della tradizione africana.

L’inaugurazione – dopo l’anteprima in occasione di Argillà che ha portato qui già milleduecento visitatori – avrà luogo domani alle 18.30, alla presenza degli artisti. La mostra sarà visitabile il giovedì e il venerdì pomeriggio, e nei fine settimana anche la mattina, fino all’8 gennaio 2023.

Filippo Donati