FILIPPO DONATI
Cronaca

L’alveo del Senio invaso da pezzi di teli di plastica

Potrebbero arrivare da un cumulo di materiali verso Borgo Rivola, che il tempo ha ricoperto di terra e vegetazione. Andranno rimossi.

Potrebbero arrivare da un cumulo di materiali verso Borgo Rivola, che il tempo ha ricoperto di terra e vegetazione. Andranno rimossi.

Potrebbero arrivare da un cumulo di materiali verso Borgo Rivola, che il tempo ha ricoperto di terra e vegetazione. Andranno rimossi.

Domani sarà passato un mese dall’alluvione del 14 marzo scorso nelle vallate del Senio e del Lamone. Eppure il fiume Senio, a quattro settimane dagli eventi estremi, si presenta nelle stesse condizioni in cui versava all’indomani della piena e cioè colmo per chilometri di frammenti di plastica, molti dei quali dalle dimensioni di vari metri. Al di sotto del ponte sul fiume, appena a sud del centro abitato di Riolo, entrambe le sponde sono ricoperte di rifiuti, fra i quali i più vistosi sono i teloni di plastica, rimasti impigliati sugli alberi. La piena li ha trovati sui campi che le acque del Senio hanno invaso il 14 marzo, e li ha portati con sé: la scena è la stessa dalla frazione di Isola fino alle porte di Riolo Terme. Da un mese i frequentatori della vallata non parlano d’altro.

Ma c’è una novità: chi si è avventurato nei pressi del torrente in queste settimane ha notato come i frammenti sparsi lungo il fiume non siano realisticamente solo materiali che la piena ha trascinato via dalle aziende agricole. Insospettito, ha risalito il fiume di qualche chilometro, individuando la possibile origine del problema, che si troverebbe in corrispondenza di Borgo Rivola, poco più a valle dell’abitato posto lungo la provinciale. Qui la piena di marzo ha eroso dalla sponda ovest del fiume, quella sulla sinistra idrografica, un sospetto accumulo di materiali, che il tempo aveva ricoperto di terra e vegetazione, il quale lascia pensare che anche qui avesse in passato avuto luogo uno sversamento analogo a quello emerso nel bacino del Santerno, nel rio Rovigo.

L’ennesima ferita ambientale per un territorio che, appena nella vallata più a ovest, sempre a ridosso della Vena del Gesso, convive con il rischio costante che una nuova eventuale piena trascini nel Santerno la discarica non censita riversatasi nel Rovigo. Quanto accaduto sul Senio non è legato a quel disastro ambientale: si tratta di due questione distinte, in vallate diverse, quantitativamente differenti ma ugualmente problematiche. La plastica che oggi si trova il Senio andrà realisticamente rimossa a mano. Le acque basse del torrente e l’estate in arrivo potrebbero aiutare, ma occorrerà comunque accelerare i tempi: un’eventuale nuova piena non tarderebbe a portare quelle plastica fino alla porzione del Senio che scorre in pianura, in direzione del punto in cui il fiume si immette nel Reno, fra Madonna del Bosco e Sant’Alberto. Da lì l’Adriatico è distante appena una dozzina di chilometri.

La rimozione dei rifiuti dall’alveo potrebbe essere solo una parte del problema: occorrerà anche sapere cosa, e in quali quantità, si nasconde sotto la sponda del fiume poco più a valle di Borgo Rivola.

Filipp Donati