"Mi voleva sottomessa e con il velo": condannato a sei anni e otto mesi

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Sei anni e otto mesi di reclusione. È la condanna inflitta dal Tribunale di Ravenna a un ultratrentenne originario del Marocco, accusato di percosse, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia, violenza privata e violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie, una connazionale coetanea che da tempo vive a Faenza.

La storia è quella di una donna di origine marocchina, che vive da anni con la famiglia in Italia ed è integrata nel territorio ravennate, con un buon lavoro e poco incline ai dettami religiosi. Tornata in Marocco per una vacanza, la ultratrentenne si innamora di un connazionale. Tutto sembra una favola che però inizia a cambiare al rientro in Italia. Secondo la donna, lui voleva sottometterla arrivando non solo a insultarla, schiaffeggiarla e a pretendere rapporti sessuali non graditi: ma pure cercando di farle indossare il velo. "Però nemmeno al mio Paese lo mettevo: mio padre era molto aperto, non esistevano queste cose nella mia famiglia". Queste sono state le parole della donna, parte civile con l’avvocato Giancarlo Ragazzini, durante il processo in tribunale a Ravenna contro l’ex marito (difeso dagli avvocati Federica Montanari e Daniela Saragoni). I due, secondo quanto spiegato dalla donna, si erano conosciuti in Patria nel 2018 durante un breve soggiorno di lei. Già da una decina d’anni viveva in Italia e aveva un precedente matrimonio naufragato. "L’ho conosciuto in quel momento, era molto gentile: qualsiasi donna avrebbe potuto dire che lui era l’uomo della sua vita". Una volta tornata in Italia, era rimasta incinta: "Siamo andati a vivere assieme, ho fatto il possibile per farlo arrivare qui". Ma – sempre a detta della donna– "quando è giunto, ha cominciato con maltrattamenti, insulti e pure violenze sessuali. Ci sono minacce nella mia lingua che non riesco nemmeno a dire...".

La prima denuncia al Commissariato di Faenza è del 9 novembre 2019: "La sera dell’8 mi aveva fatto di tutto", persino "minacce di morte del tipo: “ti tolgo gli occhi”. Voleva che mi sottomettessi, che portassi il velo. E dopo il parto, voleva subito un altro figlio: per questo mi minacciava". Ieri il Tribunale di Ravenna lo ha condannato.